“Il ministero dell’Istruzione appoggerà i municipi interessati a militarizzare l’amministrazione delle scuole pubbliche municipali da affidare a ufficiali dell’esercito o della polizia militare”: lo ha detto il ministro dell’Istruzione brasiliano Ricardo Vélez Rodrígue, filosofo e teologo conservatore, nel governo di Jair Bolsonaro.
Professore emerito della scuola di comando dello stato maggiore dell’esercito, è entusiasta del progetto di legge “Scuola senza partito”, programma che mira a porre fine al presunto indottrinamento marxista nelle aule pubbliche brasiliane, cambiando i programmi di storia e imponendo controlli sugli insegnanti attraverso l’istallazione di telecamere nelle aule.
Vélez Rodríguez è anche un critico dell’Enem, il concorso nazionale per l’accesso alle università pubbliche del paese, che considera responsabile di “invenzioni deleterie come l’educazione di genere” e di “indottrinamento scientifico e marxista basato su strumenti ideologici”.
Infatti, scrive Il Fatto, non sorprende che il militarismo sia visto come unico viatico per l’ordine, la disciplina e il laicismo politico, tanto che il ministro, parlando con i giornalisti ha lanciato la sua proposta di intervento militare nella gestione dell’amministrazione delle scuole municipali.
“Nella misura in cui le scuole municipali richiedessero assistenza, la polizia militare o le forze armate presenti nell’area, sarebbero pronte a rispondere, e il Ministero sarebbe pronto a fornire sostegno”, e inoltre ha precisato che le istituzioni federali devono essere più pronte nel “rispondere alle necessità dei cittadini di uno stato o di un municipio”, specificando che “se arriverà una richiesta simile, daremo risposta”.
Le affermazioni del ministro sono arrivare a pochi giorni dalla dichiarazione di Eduardo Bolsonaro, figlio del presidente, per il quale sarebbe necessario cambiare i libri di storia che, ha postato su Twitter, “non stanno raccontando la storia in maniera corretta” sottolineando che, riguardo il periodo relativo alla dittatura militare, tra il 1964 e il 1985 identificano “gli assassini come eroi e i militari come facinorosi. I nostri eroi (i militari) hanno lottato contro l’oppressione, per la pace e per i valori umani”.
Questa linea di pensiero è la stessa che si sostiene nell’ambito della legge Scuola senza partito che, già elaborata nel corso degli ultimi anni e perfezionata nel corso degli ultimi mesi, potrebbe presto arrivare in parlamento. Una legge della quale il ministro Ricardo Vélez Rodríguezè uno strenuo sostenitore.
Punto centrale della legge è la divisione netta tra i concetti di educazione e istruzione. L’educazione è identificata come responsabilità della famiglia e della chiesa, l’istruzione tocca ai professori, limitati a trasmettere conoscenze, senza idee.
I professori sarebbero monitorati tramite telecamere e verrebbe istituito un canale di comunicazione anonima nelle scuole per denunciare i professori che sarebbero processati direttamente dalle procure.
Al netto della retorica anti–marxista e della revisione della storia della dittatura, la legge, ultra conservatrice, prevede anche il divieto di discutere di temi come quelli delle questioni di genere. Una scuola nozionistica, acritica, e in caso di necessità, amministrata da un militare.
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