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Bonaccini: Appena possibile riapriremo. Zaia: comprensibile la protesta

Il presidente della Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, durante la presentazione in streaming di nuovi interventi nell’edilizia scolastica, ha dichiarato: “Mi auguro che le scuole aprono il prima possibile. Appena avremo i numeri che consentono da Dpcm di riaprirle, noi le riapriremo. Mi auguro che questo sia l’ultimo anno scolastico che vede la didattica a distanza come forma, in alcuni casi, unica e necessaria”:. “Ci sono regole nazionali da rispettare. C’è un Dpcm – ricorda Bonaccini – che fissa quando le scuole devono essere chiuse. Non ne possiamo più neanche noi di vedere i nostri figli costretti alla dad. La scuola non è solo insegnamento, ma è anche socialità e sistema di relazioni umane”.

Anche il Pd è su questa linea, stando alle dichiarazioni di  Paolo Lattanzio e Flavia Piccoli Nardelli, componenti della Commissione Cultura: “Constatiamo con preoccupazione che da qualche settimana, oltre agli altri istituti serrati fin dalla prima fase della pandemia, sono chiusi anche asili e scuole dell’infanzia. Crediamo sia importante diversificare le prossime e necessarie aperture non solo per zone e colori, ma anche per fasce d’età, valutando con attenzione se anche nelle zone rosse sia possibile procedere con l’attività almeno di asili nido, scuole d’infanzia e primarie”. 

Il governatore del Veneto, Luca Zaia, ha definito comprensibili invece le proteste per chiedere la riapertura delle scuole andate in scena nel fine settimana in molte città del Veneto: “Chiudere la scuola è una sconfitta e i genitori da comprendere, soprattutto quelli dei bambini da 0-6 anni vista la delicatezza dell’età – ha proseguito – quando potevamo scegliere non siamo mai arrivati a quel grado d’età, ma il legislatore l’ha deciso per la zona rossa e sopra i 250 positivi per 100mila abitanti. Non sono decisioni venete”. 

A cui si unisce Daniela Sbrollini di Italia Viva, capogruppo commissione istruzione e cultura del Senato: “La protesta che ieri ha visto insieme nelle piazze ragazzi, genitori, insegnanti, bimbi e nonni è anche la nostra protesta e deve avere una risposta. Ci sono stati momenti in cui si è pensato di riaprire tutto. Tutto meno che le scuole. Questo è davvero inaccettabile”. 

Redazione

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