Stefano Bonaccini, il governatore dell’Emilia Romagna e presidente del Partito democratico, in un primo momento promotore insieme col Veneto e la Lombardia dell’Autonomia differenziata, lancia strali al vetriolo contro questa riforma votata già al parlamento; e durante una intervista a la Repubblica, dichiara: “La destra si ritrova spaccata al suo interno di fronte a una legge, a firma di Roberto Calderoli, sbagliata e divisiva, e adesso si arrampica sugli specchi. Basta leggere i documenti per capire che rispetto al nostro progetto si tratta di due proposte diametralmente opposte”.
“La richiesta dell’Emilia-Romagna, condivisa con tutte le parti sociali e senza mai un voto contrario in consiglio regionale, riguardava solo alcune delle 23 materie potenzialmente previste, soprattutto limitate e specifiche funzioni all’interno di queste. Lo scopo era semplificare e sburocratizzare, dare risposte efficaci e rapide a cittadini e imprese”.
“Qui invece si prepara la spaccatura dell’istruzione nazionale e dei principi basilari del diritto alla salute“.
“In molte materie si pensa addirittura di procedere senza alcun criterio perequativo e senza aver stabilito i Livelli essenziali delle prestazioni (Lep). Noi puntavamo all’efficienza dei servizi, qui invece ci si prepara a dividere i destini delle aree del Paese, come se l’Italia non fosse già profondamente divisa. Prima di procedere, avevamo chiesto che fossero stabiliti e garantiti i Lep in tutto il territorio nazionale e che fosse assicurato il coinvolgimento del Parlamento. La legge approvata fa esattamente il contrario. Per questo diciamo no e ci opporremo”. “Se i tempi lo consentissero – aggiunge Bonaccini – chiederei al consiglio regionale dell’Emilia-Romagna di attivare il referendum con altre quattro Regioni, come prevede la Costituzione. Ma tra pochi giorni, dopo la mia elezione al Parlamento europeo, entreremo nella fase di affievolimento dei poteri prevista dalla legge, per cui i tempi sono strettissimi. Stiamo valutando”.
“Sono certo che tutto il Pd si mobiliterà e vedrete che, come sempre, dall’Emilia-Romagna verrà un contributo molto forte a tutela della Costituzione e dell’unità del Paese. Nel Dna della mia terra c’è il valore dell’autonomia e del buon governo locale, ma prima c’è l’appartenenza alla comunità nazionale nello spirito della Costituzione”.