Come abbiamo anticipato, alcuni parlamentari della maggioranza, tra cui il presidente della Commissione cultura della Camera Federico Mollicone (FDI) e l’onorevole Rossano Sasso (Lega), sottosegretario all’Istruzione nella precedente legislatura, hanno presentato un emendamento alla Legge di Bilancio soppressivo del 18 App, il bonus dedicato ai neomaggiorenni del valore di 500 euro attivo dal 2017 da spendere in prodotti ed eventi culturali.
Ciò non va giù a molti giovani come Alessandro, brillante 18enne studente del liceo Tasso di Roma, che ha espresso il suo disappunto per la possibile eliminazione del bonus ai microfoni de La Repubblica. “Ci contavo davvero. Compro libri, vado alle mostre, ai concerti, 500 euro per un ragazzo sono una somma importante, avevo già in mente una lista di come li avrei spesi. Il bonus ha invogliato un sacco di miei coetanei a fare esperienze che portano a costruirsi una propria capacità critica. Ma forse è proprio questo che spaventa il governo. E poi dove andrebbero a finire i fondi dell’App18?”, si è chiesto il neo maggiorenne.
Quest’ultimo ha sottolineato quanto il bonus di 500 invogli molti giovani a investire sulla cultura. “Anche se un mio coetaneo avesse spesso tutti i 500 euro per musica e concerti, è sempre cultura. Senza contare quanto il bonus è stato fondamentale per l’acquisto di testi scolastici. E poi il ministro dell’Istruzione parla di merito e di selezione”, ha aggiunto poi, criticando l’operato del ministro Valditara.
Nelle parole del ragazzo traspare una certa delusione nei confronti della classe politica. “Valditara dice che la scuola deve premiare il merito, ma il governo taglia sulla cultura per i giovani. Non è che i precedenti ministri abbiano brillato, il disinteresse all’istruzione è ormai endemico in Italia. Valditara ha aggiunto la sua idea, sbagliata, di scuola che seleziona invece di includere”.
“Mi dispiace ma vedo soltanto disinteresse verso di noi che saremo l’Italia del futuro”, ha concluso amaramente, mentre infiamma il dibattito che divide i sostenitori del bonus e i suoi detrattori.
Tra questi, oltre a Maurizio Gasparri, anche Giorgio Mulè (Forza Italia), che crede che questi soldi andrebbero destinati ad altro: “I 230 milioni della App 18 non sono tolti alla cultura, sono soldi che restano tutti nel perimetro culturale che viene solo ridisegnato e saranno destinati a una nuova Carta della cultura che però sia in grado di evitare le truffe ai danni dello Stato per milioni di euro”.
A quanto pare lo scopo dell’abolizione del bonus sarebbe quello di recuperare risorse (230 milioni per l’esattezza) per aumentare i fondi del welfare dello spettacolo, per istituire un fondo per la filiera del libro e delle biblioteche e un fondo per le rievocazioni storiche e per i carnevali storici.
Inoltre verrebbe incrementata la spesa per il funzionamento dei Musei statali e verrebbe istituita la ”Fondazione di diritto privato denominata ‘Fondazione Vittoriano’, con compiti di gestione e valorizzazione del Complesso del Vittoriano”.
Nel frattempo Azione-Italia Viva ha promesso guerra contro il chiacchierato emendamento, lanciando addirittura una petizione. Ecco cosa ha scritto Carlo Calenda su Twitter: “Abolire 18 App, l’unico bonus che vale la pena mantenere e che investe sui giovani, è il segno che questa maggioranza non ha intenzione di scommettere sul futuro della nostra ‘Nazione’. Si riempiono la bocca di ‘Patria’ ma poi fanno di tutto per distruggerne l’identità culturale”.
Dura anche Anna Ascani (Pd): “18 app si è rivelata un successo per numero di registrati ed essere diventata un modello di riferimento per altri paesi europei. Ora la destra propone di cancellarla, con un colpo di spugna. Perché la cultura per loro non è roba da giovani. Purtroppo anche questa non è una novità”.
Arrivato oggi, sempre su Twitter, un attacco di Matteo Renzi direttamente alla presidente del Consiglio: “Insistono. Vogliono abolire la 18 App. Ehi, Giorgia Meloni, ma che paura ti fa un ragazzo che legge o che va a teatro o che va a un concerto? Noi non molliamo: avanti con l’opposizione e la petizione”.
“Il governo e la maggioranza raccolgano l’allarme del mondo del libro e della cultura in generale sulla possibile abrogazione del Bonus cultura. L’intera filiera culturale conta sugli introiti che derivano da 18App, uno strumento che grazie al Movimento 5 Stelle è stato riformato per evitare alcune storture e reso stabile. Saremo a fianco del mondo del libro e della cultura in generale che chiede al governo di tornare sui suoi passi. Dopo la pandemia il settore culturale va sostenuto con misure che si dispiegano nel tempo, a maggior ragione in questa fase di crisi energetica e di calo generalizzato dei consumi”. Così ha riferito in un comunicato la capogruppo del Movimento 5 Stelle al Senato Barbara Floridia, che si pone a fianco dell’industria del libro e della cultura.
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