In questi giorni si è infiammato il dibattito proposito del bonus 18app, il contributo del valore di 500 euro dato ai maggiorenni finora senza alcuna distinzione che, con un emendamento alla Legge di Bilancio 2023 voluto da alcuni parlamentari della maggioranza, tra cui il presidente della Commissione cultura della Camera Federico Mollicone (FDI) e l’onorevole Rossano Sasso (Lega), potrebbe essere eliminato o modificato.
Tra i politici che si sono immediatamente indignati di fronte a questa possibilità c’è sicuramente Matteo Renzi, ex vicepremier, oggi nelle fila di Azione-Italia Viva. L’ex sindaco di Firenze ha più volte attaccato il Governo per evitare che il bonus non venga più impartito, facendosi promotore anche di una petizione.
Renzi è ancora all’attacco: in un comunicato stampa di ieri, 21 dicembre, da lui diffuso anche su Twitter, Renzi ha criticato direttamente l’operato del ministro della Cultura Sangiuliano, che a suo avviso starebbe “mentendo sapendo di mentire”.
“Basta leggere il bilancio, anziché le veline del Miniculpop, per capire che c’erano 230 milioni di euro nel 2022 e ci saranno zero euro nel 2023. Forse nel 2024 arriverà una nuova card, diversa. Ma quest’anno Sangiuliano ha cancellato i fondi per la cultura giovanile e li ha regalati ai presidenti delle squadre di serie A che hanno ricevuto 890 milioni di euro”. Insomma, l’ex presidente del Consiglio crede che il Governo non stia investendo a dovere sui giovani senza dirlo chiaramente, preferendo invece finanziare attività calcistiche.
Poi Renzi ha cercato di dimostrare che, nonostante la stessa Giorgia Meloni abbia spesso parlato di truffe e di uso improprio del bonus, le frodi sono ridotte: “I 17 milioni di euro su cui sono in corso le indagini della Guardia di finanza negli ultimi cinque anni corrispondono a meno del 2% dei casi. Dunque 98 ragazzi su 100 utilizzavano questa card per leggere un libro, andare a teatro, ascoltare musica. Oggi questi soldi vanno nei bilanci vergognosi delle serie A: questo sarebbe il merito?”
“Dobbiamo accettare le scelte politiche della maggioranza parlamentare. Ma non possiamo e non vogliamo accettare le bugie di chi pensa di essere talmente furbo da prendere in giro gli altri”, ha concluso duramente.
Nei giorni scorsi si è presentata l’ipotesi di un possibile cambio di denominazione del bonus e di possibili nuovi criteri e requisiti per ottenerlo. A quanto pare si vorrebbe legare l’erogazione del bonus al merito scolastico. Il bonus potrebbe presto cambiare nome, diventando CartaG, o Carta Giovani, e potrebbe essere assegnato solo a chi ha un Isee inferiore a 35mila euro e/o consegue un voto di 100/100 alla maturità. In caso di possesso di entrambi i requisiti, il bonus potrebbe raddoppiare arrivando a mille euro.
O, forse, i due requisiti saranno relativi a due card diverse: quella che si ottiene con il 100 alla maturità potrebbe essere a parte e chiamata Carta del Merito.
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