Secondo un’indagine de La Repubblica, in questo momento stanno spopolando tra gli adolescenti romani alcune chat Telegram e pagine Instagram che si occupano di convertire in denaro i 500 euro del Bonus cultura 18App dedicato ai maggiorenni, che dovrebbe essere usato solo per acquistare beni materiali e immateriali di tipo culturale.
Pare che dietro queste chat e pagine ci sia un vero e proprio business volto ad assecondare tutti i maggiorenni che desiderano spendere i 500 euro in altro modo, magari per comprare vestiti o dispositivi elettronici. Una pagina Instagram, a quanto pare, non agisce neanche in modo così occulto, anzi.
Un business che appare florido
La biografia, il breve testo che accompagna il profilo incriminato, annuncia: “Convertiamo 18app in soldi”. E ancora: “Ricevi subito i tuoi soldi” attraverso “Postepay, PayPal o bonifici”. “Noi compriamo il fondo 18app a 400 euro”, risponde subito l’interlocutore se lo si contatta su Telegram.
Lavora in maniera ancora più organizzata “18app Bonus”, il gruppo – sono circa 6.500 le persone iscritte – che da giorni rimbalza sulle chat di gruppi d’adolescenti. Qui il primo approccio è con un “bot”. In questo caso fornisce a chi è interessato le prime informazioni. Una volta scelto l’anno in corso si procede sfogliando la sezione che si desidera, tra le quali “metodi di pagamento”, “feedback”. Ma anche: “è sicuro?”.
Cliccandoci sopra compare una raccolta di screenshot: i dati sensibili sono coperti, ma si tratterebbe di persone che si sono effettivamente affidate al “servizio”, vendendo voucher di libri in cambio di buoni in euro o per portali d’acquisto.
Ecco come funziona: “Il procedimento è molto semplice – si legge in una delle chat dimostrative – devi generare due buoni da 250 euro nella voce online, poi libro e ancora libro”. A quel punto, il gioco è fatto: “Mi raccomando fra’, te sto a da’ la mia fiducia”, scrive un ragazzo in romanaccio. Pochi minuti dopo, si legge in chat, il buono sembra effettivamente arrivato attraverso uno dei “metodi di pagamento disponibili al momento”. PayPal, Postepay, bonifico, Hype e Yap. Si tratta a tutti gli effetti di una truffa ai danni dello Stato.
Bonus 18App, troppe truffe?
Lo scorso dicembre la premier Giorgia Meloni ha parlato proprio delle truffe come una delle ragioni per cui, a suo avviso, il suddetto bonus andrebbe rivisto. Ecco cosa ha detto: “Sicuramente 18App è una misura che va rivista. Perché questi 500 euro vengono riconosciuti a tutti indipendentemente dal reddito. Non c’è ragione per cui debbano averli i figli di un milionario, dei parlamentari o mia figlia quando li compirà. Mentre la stessa misura concentrata sui redditi più bassi può essere molto più impattante. Cedo che vada introdotto un limite di reddito per chi accede a questa misura. Credo che vadano meglio definiti i contenuti e le cose che si possono acquistare con queste risorse e credo anche che occorra lavorare un po’ sulle truffe”, ha aggiunto, scatenando forti polemiche da parte di coloro che credono che invece sia una misura utilissima per tanti giovani, in quanto permette loro di avvicinarsi alla cultura.
Solo tra il 2018 e il 2020, secondo la Guardia di Finanza, si sono registrate frodi sul bonus per oltre 17 milioni di euro.