Come avevamo anticipato, in arrivo a luglio il bonus dei 200 euro per molte famiglie italiane, incluse quelle che vivono di scuola.
Uno stanziamento voluto dal Governo per aiutare le famiglie a far fronte al caro bollette, con un provvedimento inserito nel decreto Aiuti.
L’indennità (introdotta dall’articolo 31 del DL 50/2022) è pensata complessivamente per circa 30 milioni di soggetti, più della metà dei cittadini italiani. Parliamo di lavoratori dipendenti, autonomi e pensionati, con redditi fino a 35 mila euro lordi, oltre che di disoccupati, stagionali, colf e percettori del reddito di cittadinanza.
Il grosso del mondo della scuola, quindi, rientrerà nel target del bonus. Per gli insegnanti di scuola secondaria, ad esempio, parliamo di uno stipendio di inizio carriera di poco meno di 22.000 euro lordi, per arrivare, dopo più di 35 anni di servizio, a circa 32.000 euro lordi all’anno. Nel caso dei collaboratori scolastici le cifre si abbattono, attestandosi attorno ai 15.000 euro annui lordi. Potrebbero restare fuori i dirigenti scolastici e i direttori amministrativi a fine carriera.
Una misura una tantum– lo ricordiamo – erogata in un’unica soluzione, in busta paga con gli stipendi del mese di luglio, in forma automatica, che non necessita cioè di alcuna domanda esplicita.
E i precari della Scuola?
E i precari della Scuola con contratti in scadenza a giugno? Se ne preoccupano Manuel Tuzi, capogruppo M5S della commissione Cultura della Camera e Margherita Del Sesto, pentastellata anche lei e prima firmataria dell’emendamento che vorrebbe estendere il bonus ai precari Ata e docenti: «Gli insegnanti con contratto a tempo determinato con scadenza a giugno percepiranno i sostegni al reddito ma non il bonus perché il requisito è il sostegno al reddito su quel mese oppure la busta paga. C’è, quindi, una criticità che va subito sanata, poiché crea ulteriori distinguo tra precari ed incide sulla qualità della vita». Una dichiarazione riportata dal Corriere della sera.
Rispetto all’emendamento in questione, tuttavia, non abbiamo riscontri. Infatti, il portale della Camera dei deputati, in relazione al Decreto Aiuti (DL 50/2022, presentato il 17 maggio), ci informa che l’iter parlamentare del DL (assegnato alle Commissioni riunite V Bilancio e Tesoro e VI Finanze) è giunto all’esame in Commissione dal 25 maggio scorso ma ad oggi non ci sono emendamenti presentati. Probabilmente le procedure sono in corso e gli emendamenti non sono stati ancora depositati, per cui dovremo attendere ancora qualche giorno, anche per capire se l’emendamento presentato da Margherita Del Sesto sarà ritenuto ammissibile sul fronte delle coperture finanziarie, considerato il fatto che l’eventuale estensione del bonus ai precari (e non solo a quelli della scuola, probabilmente) comporterebbe una maggiorazione degli stanziamenti del Governo.