Mentre i sindacati si preparano allo sciopero del 30 maggio, per protestare contro un mal digerito decreto 36 (sul reclutamento e sulla formazione degli insegnanti) che vorrebbe riformare il sistema a forza di tagli sugli organici (dal 2026) e sulla carta docente, nel contempo in busta paga a luglio il personale della scuola dovrebbe beneficiare del bonus dei 200 euro voluto dal Governo per aiutare le famiglie a far fronte al caro bollette, con un provvedimento inserito nel decreto Aiuti.
Un bonus pensato complessivamente per circa 30 milioni di soggetti, più della metà dei cittadini italiani. Parliamo di lavoratori dipendenti, autonomi e pensionati, con redditi fino a 35 mila euro lordi, oltre che di disoccupati, stagionali, colf e percettori del reddito di cittadinanza.
Ricordiamo che nel caso degli insegnanti di scuola secondaria, ad esempio, parliamo di uno stipendio di inizio carriera di poco meno di 22.000 euro lordi, per arrivare, dopo più di 35 anni di servizio, a circa 32.000 euro lordi all’anno. Nel caso dei collaboratori scolastici le cifre si abbattono, attestandosi attorno ai 15.000 euro annui lordi. Il grosso del mondo della scuola, quindi, rientrerà nel target del bonus. Potrebbero restare fuori i dirigenti scolastici e i direttori amministrativi a fine carriera.
Una misura una tantum, erogata in un’unica soluzione, in busta paga con gli stipendi del mese di luglio, in forma automatica, che non necessita cioè di alcuna domanda esplicita.
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