“La possibilità di utilizzo della Carta elettronica è sospesa da tre mesi e nel frattempo i docenti sono costretti a pagare di tasca propria la formazione professionale”.
Come preventivato, a meno di quarantott’ore dall’annuncio di trasformazione da parte del Miur del bonus annuale di aggiornamento da 500 euro in “borsellino elettronico”, scattano le proteste. Anche tra i parlamentari: tra i primi a formularle è stato Mario Mauro, senatore del gruppo Grandi Autonomie e Libertà e presidente dei Popolari per l’Italia. Che ha anche presentato un’interpellanza urgente al Governo.
Il senatore ricorda che “la Carta, del valore di 500 euro per ogni docente, è stata finanziata con 381 milioni di euro l’anno ed è stata istituita nel 2015 con la legge 107 della cosiddetta Buona Scuola. A 13 mesi dall’istituzione della carta elettronica l’applicazione web sul sito internet del Ministero dell’Istruzione, necessaria per l’attivazione della stessa Carta, non è ancora disponibile”.
Il problema è che il “borsellino” on line, previa complessa registrazione per fornire l’identità digitale di ogni docente, sarà disponibile solo dal prossimo 1° dicembre. Mentre coloro si sono aggiornati o formati tra l’inizio del nuovo anno scolastico, il 1° settembre, e la fine del corrente mese, sembra che rimarranno esclusi.
“Chiediamo, dunque, al governo – dice ancora Mauro – se non ritenga grave il rinvio sull’utilizzo della quota annuale di 500 euro previsto dall’attivazione della Carta e la mancanza di ufficialità sulla stessa data del reale avvio della procedura elettronica. Chiediamo anche – conclude Mauro – se il governo non ritenga opportuno individuare delle modalità per il recupero delle somme nel frattempo spese dai docenti per la loro formazione”.
Il presidente dei Popolari italiani, infine, si lascia andare, sempre sul mancato avvio della card con l’inizio del presente anno scolastico, ad un’interpretazione fortemente polemica e tutta politica: “facciamo peccato a sostenere che forse non viene ancora attivata perché gli insegnanti italiani hanno sgamato il bluff renziano e il 4 dicembre diranno no al referendum costituzionale?”.
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