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Bonus 500 euro: anche i collegi possono dire la loro su cosa si può acquistare

Gli interrogativi sul “bonus” di 500 euro per le attività di autoformazione aumentano di giorno in giorno.
A questo punto, in attesa che il Miur fornisca i chiarimenti promessi (attesi dalle scuole e dai docenti), non sarebbe male se i collegi dei docenti incominciassero almeno ad assumere le decisioni che competono loro.
Proviamo a fare qualche esempio e a leggere con attenzione il testo della legge.
Un insegnante di musica può acquistare uno strumento musicale utilizzando il bonus ?
A nostro parere la risposta è positiva, dal momento che per un docente di musica una chitarra è uno strumento di lavoro, esattamente come una dizionario lo è per un docente di lingua italiana o straniera.
Analogamente per i docente di chimica o di fisica si potrebbe giustificare l’acquisto di strumenti di laboratorio per poter predisporre anche a casa esperimenti o dimostrazioni.
In effetti il comma 121 dell’articolo 1 della legge 107 propone una lunga lista di possibili acquisti ma prevede anche la possibilità che il bonus venga speso “per  iniziative  coerenti  con  le   attività  individuate nell’ambito del piano triennale dell’offerta formativa delle scuole”.
Per evitare che – a fine anno – alcune spese venga “contestate” dalla propria segeteria o dallo stesso dirigente scolastico potrebbe essere utile che le scuole inseriscano nel proprio Pof un paragrafo dedicato proprio alle spese riconosciute.
Basterebbe una frase del tipo: “L’istituzione scolastica riconosce le attività di auto-aggiornamento dei docenti coerenti con gli obiettivi del presente piano e garantendone anche il riconoscimento ai fini dell’uso del bonus previsto dalla legge 107. In particolare l’istituzione ritiene che l’elenco già previsto dal comma 121 sia integrato come segue: ecc… “
E’ vero che tale formula non è risolutiva ma bisogna anche ricordare che il Pof è un documento flessibie modificabile anche in corso d’anno.

Reginaldo Palermo

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