Bonus 500 euro: dietro l’annuncio c’è la fregatura?

Il premier ci ha educati a stare molto attenti agli annunci. Promesse reboanti: bonus formazione docenti, bonus giovani, in pensione tre anni prima. Ma dietro il titolo c’è sempre l’ostacolo, per non dire la fregatura. Ovvero una serie di paletti e condizioni che limitano o canalizzano l’offerta straordinaria. 

I 18enni, per esempio, lamentano la ristretta platea di esercenti convenzionati dove poter spendere i loro 500 euro a testa, che complessivamente fanno 290 milioni di euro, “investiti” per sostenere la formazione culturale. Peccato che i giovani disoccupati siano ancora 2 milioni, e 100mila all’anno quelli che vanno all’estero.

Quanto al bonus di 500 euro per la formazione dei docenti di ruolo, precari esclusi, il meccanismo sembra studiato apposta per rendere tutto molto complicato. Il primo scoglio da superare è l’accreditamento per avere l’identità digitale. Tuttavia, se l’hanno fatto i 18enni, lo faranno anche i prof.  Ci vuole solo un po’ di tempo.

Il rischio della fregatura viene dopo. Una volta ottenuta l’identità digitale si può accedere all’applicazione web “Carta del docente” e, attraverso questa, sarà possibile avere dei buoni di spesa che “daranno diritto ad ottenere il bene o il serviziopresso gli esercenti autorizzati con la semplice esibizione”, come scrive il Miur. Una specie di voucher spendibili solo presso gli esercenti autorizzati. 

È chiaro che la libertà di scelta sarà molto ridotta e canalizzata a priori. Si potranno pagare corsi di formazione, acquistare libri, riviste, biglietti di cinema e teatri, solo di quei soggetti che aderiscono alla convenzione e sono reperibili nella piattaforma. Non sarà possibile scegliere liberamente i prodotti editoriali o acquistare biglietti per spettacoli, pagando comodamente da casa con carta di credito o bonifico on line, come si poteva fare lo scorso anno, perché i soldi non sono più accreditati nel proprio conto corrente, ma si trovano nella piattaforma predisposta con l’elenco degli esercenti autorizzati. Fra un ostacolo e l’altro è prevedibile che molti docenti lasceranno perdere. Ma la restrizione non è l’unico aspetto.

Per capire come funzionerà forse è utile guardare la “18app”, l’applicazione destinata ai diciottenni. Come stanno spendendo i loro 500 euro di bonus in prodotti culturali? I giovani hanno fatto presto a capire che la convenienza sta nello spendibile subito. Inutile aspettare il concerto per il quale non potranno mai comprare il biglietto. Si sono buttati su Amazon.it che vende on line prodotti di elettronica, libri, musica, videogiochi, e che ha aderito immediatamente alla piattaforma. Spendono quasi tutto e subito in libri o altro per sé e per parenti e amici. Fra poco è Natale. È molto probabile che anche i docenti potranno fare acquisti su Amazon.it.

A questo punto però, per completezza di informazione, bisogna ricordare che Amazon è una delle più grandi aziende americane di commercio elettronico su scala mondiale, finita più volte nelle cronache per le condizioni di sfruttamento in cui lavorano i dipendenti, soprattutto giovani con contratti interinali, e perché paga le tasse in Lussemburgo.
I contestatori parlano di lavoro senza tutele e di schiavismo 2.0. Ma non la pensa così il premier Matteo Renzi, che fa fatto di tutto per avere il numero due di Amazon, il vicepresidente Diego Piacentini, in “distacco” presso palazzo Chigi, affidandogli l’incarico di Commissario straordinario per il Digitale. Il numero uno di Amazon, Jeff Bezos, è stato invece ricevuto con tutti gli onori da Renzi la scorsa estate a Firenze. Al centro dell’incontro “i nuovi investimenti” del colosso dell’e-commerce in Italia con nuovi  posti di lavoro per i giovani. 

Pare di capire insomma che i vari bonus consentano di prendere più piccioni con una fava.

 

 

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Anna Maria Bellesia

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