L’esclusione dei docenti precari e degli educatori dal bonus di 500 euro previsto dalla Legge 107 non va proprio giù ai sindacati, che presentano ricorso al Tar del Lazio.
Flc-Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals e Gilda hanno presentano ricorso al tribunale amministrativo, perché sostengono che la quota finalizzata alle attività di formazione e aggiornamento culturale e professionale non può essere assegnata solo ad una parte dei dipendenti della scuola: in tal caso, si violerebbe il principio di non discriminazione tra lavoratori che svolgono pari funzioni sia a tempo determinato che indeterminato specificamente sancito da una direttiva europea.
Secondo i cinque sindacati rappresentativi del comparto Scuola, dalla “Carta del docente” viene escluso “il personale con contratto a tempo determinato in servizio che, al pari del personale di ruolo, svolge a pieno titolo la funzione docente per tutte le attività programmate dalla scuola. Lo stesso accade per gli educatori, equiparati ai docenti dalla norma e dal quotidiano impegno didattico ed educativo a favore dei giovani convittori e semiconvittori”.
Sono due i ricorsi, presentati in modo distinto. Il primo riguarda le diversità di trattamento, che “non trovano fondamento nelle norme contrattuali attualmente in vigore, che prevedono un unico profilo professionale per il docente, comprensivo di tutte le funzioni e attività, da quella di insegnamento a quella di aggiornamento e formazione, senza distinzione tra personale a tempo indeterminato e determinato”.
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Per Flc-Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals e Gilda questa esclusione “non trova alcun riscontro neppure nei principi fondamentali del nostro ordinamento e del diritto comunitario. In particolare, risulta violato il principio di non discriminazione tra lavoratori che svolgono pari funzioni sia a tempo determinato che indeterminato, specificamente sancito, nell’ambito dell’Unione Europea, dalla Direttiva in cui si afferma che ‘i lavoratori a tempo determinato non possono essere trattati in modo meno favorevole dei lavoratori a tempo indeterminato comparabili per il solo fatto di avere un contratto o rapporto di lavoro a tempo determinato'”.
Per tali motivazioni, i cinque sindacati hanno presentato ricorso chiedendo al Tar Lazio di “sospendere e annullare i provvedimenti impugnati per quanto concerne l’esclusione dal beneficio del personale a tempo determinato e gli educatori, nonché di rimettere la questione alla Corte Costituzionale, per quegli aspetti che possono configurare una discriminazione di fatto anche tra scuole e convitti, a danno di quelle che hanno un maggiore utilizzo di docenti precari, violando i principi di ‘imparzialità’ cui non si può venir meno nel determinare le condizioni che sostengono il buon andamento del servizio scolastico pubblico”.
“Con la presentazione di questi nuovi ricorsi prosegue l’azione di contrasto agli aspetti più negativi della legge 107/2015; allo stesso modo sarà verificata la possibilità di impugnare tutti i provvedimenti applicativi che risultassero lesivi di diritti riconosciuti”.
Un ricorso analogo, ricordiamo, era stato presentato alcune settimane fa anche dall’Anief, che ha rivendicato il bonus anche per docenti di ruolo in aspettativa, esonero e comando, nonché per il personale Ata. Ricordiamo, infine, che nei giorni scorsi a rivendicare i 500 euro per l’aggiornamento erano stati anche i docenti delle paritarie.
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