Le polemiche sul “bonus” di 500 euro per l’autoformazione non accennano a diminuire. Anzi, con il passare dei giorni, si fanno sempre più numerose.
Su Facebook i post di chi annuncia che rinuncerà al bonus sono molti. E molti sono i docenti che propongono di organizzare una protesta generalizzata contro quella che viene considerata poco più che una elemosina.
In tutto questo i sindacati stanno alla finestra a guardare e non sembrano molto intenzionati a cavalcare la protesta anche se un po’ tutti sottolineano che il bonus non può in alcun modo essere preso a pretesto per rinviare ancora il tema del rinnovo contrattuale.
Rinnovo che, è bene ricordarlo, i lavoratori della scuola aspettano da almeno 8 anni e che di fatto ha tenuto fermi gli stipendi per quasi un decennio.
Si tratta ora di capire se il Governo riuscirà a trovare le risorse necessarie per aprire la trattativa contrattuale.
Va anche detto che le risorse, almeno in parte, ci sarebbero dal momento che il ritardo nell’avvio dell’organico dell’autonomia e la sua parziale attivazazione consentiranno un risparmi di circa 700 milioni di euro, risparmio che il ministro Giannini non ha ancora detto come possa essere impiegato e sul quale gli stessi sindacati non hanno chiesto spiegazioni.
Volendo proprio fare i conti diciamo che se ai 700 milioni si aggiungono i 740 destinati al bonus per gli anni 2015 e 2016 e i 200 del merito si arriverebbe a più di un miliardo e mezzo, somma non del tutto disprezzabile che potrebbe servire almeno ad aprire il tavolo delle trattative.