I lettori ci scrivono

Bonus 500 euro, la retorica condita da perbenismo riguardo la sua donazione

Nelle ultime settimane, in seguito all’emergenza da COVID-19, si sono succedute negli ambienti scolastici da parte di alcuni docenti, diverse proposte in merito alla donazione della cifra nominale, corrispondente a 500 euro, prevista annualmente per l’aggiornamento e formazione professionale del personale docente di ruolo; tale possibilità fu indicata circa 4 anni fa nel D.P.C.M. 28 Novembre 2016.

Una settimana fa, 11 Marzo 2020, il ministro dell’Istruzione, Lucia Azzolina, ha annunciato che con i 500 euro si potranno acquistare anche webcam e microfoni, penne touch screen, scanner e hotspot portatili (almeno fino al 31 Marzo, corrente anno). Questa misura ha un intento inequivocabile, cosi come dispiegato dalla stessa Ministra: “L’intervento di ampliamento degli hardware acquistabili con la Carta ha l’obiettivo di sostenere l’aggiornamento professionale degli insegnanti per migliorare l’organizzazione delle diverse forme di didattica a distanza in questo momento di emergenza. Questa è solo una delle misure che stiamo mettendo in atto per supportare le azioni che scuole e docenti stanno attivando, in queste ore, per garantire il diritto allo studio dei nostri ragazzi”

Quindi, alla luce del periodo buio (scusate il gioco di parole ossimorico) su cui l’Italia versa ormai da un mese, la cifra nominale della carta del Docente assume una serie di significati che vanno oltre la formazione obbligatoria, permanente e strutturale, comma 124 della Legge 107 del 2015; difatti, echeggia nell’aria la possibilità che questo detestabile Coronavirus, e indicibili disagi annessi, possa durare ancora per molte settimane con il rischio di probabile chiusura della scuole oltre la data 3 Aprile 2020. Quindi che ci piaccia o no, la didattica a distanza non è più una mera evenienza ma un obbligo professionale oltre che morale.

Ai carissimi colleghi docenti, in buona fede, che hanno proposto di donare il “bonus docenti” dico che tutto ciò mi ricorda un po’ quell’azione tipica di colui che ricicla un regalo indesiderato o inutile. Il punto è che invece tale “regalo” ha un fine ben preciso, la Didattica a distanza, e la formazione annessa di cui parte degli insegnanti ha bisogno.

Ci sono svariati modi di dimostrare solidarietà e fare beneficenza e secondo me prevedono l’esborso di denaro reale in favore degli ospedali italiani.

Per chi volesse approfondire in merito alle donazioni, qui sotto un link:

https://italianonprofit.it/donazioni-coronavirus/

Antonio Marchetta

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