Sta facendo discutere, e non poco, la questione relativa al bonus di 100 euro istituito da una scuola di Padova, l’istituto Scalcerle, rivolto agli studenti che riportano una media dei voti non inferiore a quella del 9. Tra entusiasti e detrattori a parlare è stato uno degli alunni che lo ha ricevuto, intervistato da Il Corriere della Sera.
Si tratta di Lorenzo Calcarella, 19 anni, al quinto anno dell’indirizzo Chimica, materiali e biotecnologie e rappresentante d’istituto, uno dei 56 premiati durante la “Serata delle Eccellenze” organizzata dalla scuola qualche giorno fa. A chi dice che si tratta di un sistema troppo competitivo e asfissiante, il ragazzo ha risposto che questa non è la percezione generale degli studenti: “È un evento che aspettiamo con trepidazione. Insegnanti, ragazzi e genitori si ritrovano divertendosi e celebrando le eccellenze scolastiche. La premiazione dei ‘migliori’ ha così una doppia valenza: è un modo per dare un riconoscimento a chi ha lavorato bene e, al contempo, dà prova che chiunque può farcela”, ha detto, lodando l’iniziativa.
Il giovane ha negato l’esistenza di un clima competitivo nella scuola: “Allo Scalcerle non esiste alcuna situazione di questo tipo. Al contrario, gli insegnanti sostengono tutti allo stesso modo. Certo, può capitare che, per alcuni, qualche materia metta più soggezione ma per gli studenti che hanno più difficoltà, è in corso il progetto ‘Compitiamo’: chi è più bravo e ha del tempo da mettere a disposizione, si rende disponibile per aiutare gli altri compagni a superare i propri scogli, come è normale che sia. C’è il massimo sostegno tra noi ragazzi in questo senso. Altri sono invece i contesti sociali o relazionali in cui si fa sentire l’ansia, soprattutto dopo la pandemia: anche per questo la scuola ha aumentato il monte ore degli psicologi a servizio dei ragazzi”.
Ecco alcune parole riguardo la propria situazione personale: “Provengo da una famiglia che considero normale: non sono costretto a studiare o eccellere, ma vengo sempre sostenuto nelle mie scelte e passioni. Ciò che faccio, gli obiettivi che raggiungo, io come gli altri miei compagni, lo faccio per me stesso e per il mio futuro; perciò, se raggiungo un obiettivo e vengono premiato il merito è il mio”, ha detto il ragazzo.
“Lo Scalcerle, poi, è un contesto che ci dà tutti gli strumenti ed i mezzi per agevolarci nello studio e chi sa coglierli è giusto che venga premiato. I cento euro che verranno erogati ai meritevoli di certo non ci cambieranno la vita e neppure ci ripagheranno delle ore di studio alle quali ci sottoponiamo volontariamente. Se consideriamo invece la relazione tra reddito e possibilità di studio, ad oggi esistono tantissime agevolazioni che stanziano soldi per i ragazzi dotati ma che per contesto familiare o sociale non riescono ad emergere”, ha aggiunto.
Ecco cosa farà il 19enne con i soldi che ha ricevuto in premio: “Quelli dello scorso anno li ho messi da parte, non si sa mai cosa può succedere. Probabilmente anche quelli di quest’anno avranno lo stesso destino, ma se dovessi pensar di spenderli li investirei comunque in libri o abbonamenti, qualcosa di pratico che mi serva per il mio percorso di studi. Non amo acquistare cose futili”, ha concluso.
“Si tratta di un incentivo economico – ha detto qualche giorno fa polemica la Rete degli Studenti Medi – che, agli occhi di chi ha scelto di istituirlo dovrebbe incentivare i giovani ad un maggior impegno in materia scolastica e dunque favorire l’apprendimento, ma, nella pratica, consegna agli studenti esclusivamente un altro obiettivo per cui avere ansia e valutare uno dei percorsi più importanti nelle vite di ognuno di noi, la scuola, esclusivamente come una corsa dove chi meno ottiene meno vale. È’ una dinamica tossica, pericolosa”.
“È la scuola del Merito di Valditara. Quella del chi prima arriva, meglio alloggia. Ma gli studenti non sono d’accordo: l’obiettivo della Scuola Pubblica dovrebbe essere quello di pensare a chi rimane indietro, di rimuovere gli ostacoli per chi è privo di mezzi, parafrasando la Costituzione, non premiare ed osannare chi eccelle”.
E la Rete degli Studenti Medi ha promesso che “l’impegno continuerà affinché scuole siano luoghi di apprendimento accessibili a tutti, a prescindere dal capitale economico e culturale di cui dispongono. Scuole che siano veri ascensori sociali, che diano a tutta la comunità studentesca gli strumenti per potersi realizzare, che incoraggino la collaborazione piuttosto che la sfrenata competizione. Scuole di tutti, non scuole dei soli ‘meritevoli”.
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