Fra i vari argomenti caldi nel mondo della scuola, un posto di rilievo occupa senza dubbio il bonus docenti. In merito alla questione è intervenuta la Cub Scuola.
“Il vero ed evidente obiettivo è la frantumazione della categoria fra le diverse figure professionali, si legge sulla nota del sindacato, per arrivare a quella fra i singoli insegnanti in gara per partecipare alla spartizione della ‘torta’ visto che per il contratto sono state stanziate risorse miserevoli con incrementi delle retribuzioni di pochi euro”.
“I criteri sulla cui base dovranno essere scelti gli insegnanti meritevoli del bonus, prosegue Cub Scuola, mediamente fra i 24.000 e i 27.000 euro per istituto scolastico da distribuire solo a parte degli insegnanti di ruolo escludendo precari, educatori ed Ata (il personale amministrativo tecnico e ausiliare), sta suscitando reazioni fra lo sdegno e l’ilarità nei lavoratori della scuola”.
Il sindacato continua l’analisi della questione, puntualizzando che “si va da porre un tetto al numero dei possibili premiati per garantire loro una cifra robusta ma negando nei fatti ogni serietà nei criteri di scelta, al considerare fra le qualità necessarie i buoni rapporti con i dirigenti che in questo modo diventano in un colpo solo Pubblici Ministeri e Giudici, passando per il premiare normali attività già retribuite con il fondo dell’istituzione scolastica, insomma incrementando le retribuzioni dello staff di presidenza”.
Dunque secondo Cub Scuola soltanto una figura esce rafforzata da questo quadro, ovvero quella del dirigente scolastico, “che grazie alla legge sulla Buona Scuola avrà il potere di stabilire chi, come e quanto potrà avere un aumento della retribuzione, di una retribuzione che ha visto negli ultimi anni un radicale impoverimento del personale della scuola, conclude il sindacato, grazie alla semplice scelta di saltare ormai ben tre contratti”.