Sono ormai tre mesi che si parla del ritorno del primato del contratto sulla legge, i sindacati della scuola davano ormai per certo che con il contratto sulla mobilità sarebbe stata definitivamente cancellata la “chiamata diretta” da parte dei dirigenti.
Ma, a conti fatti, siamo sempre fermi allo stesso punto: per ora la chiamata diretta resta (così come resta il bonus premiale) e non si può fare altro che commentare che forse i sindacati avevano venduto troppo presto la pelle dell’orso.
Il fatto è che a fine novembre i sindacati avevano sottoscritto un accordo politico generale con il ministro della Funzione Pubblica Marianna Madia con l’obiettivo dichiarato da ambo le parti di “valorizzare il ruolo della contrattazione”.
E così dopo quell’accordo, i sindacati scuola hanno subito fatto la traduzione: valorizzare la contrattazione, per docenti e Ata, significa una cosa sola, e cioè riportare al tavolo del confronto fra le parti tutti quelle materie che, attualmente, sono nelle mani della amministrazione (assegnazione del personale alle sedi e alle classi, organizzazione degli orari di lavoro, mobilità, formazione in servizio e, soprattutto, chiamata dei docenti dagli albi territoriali e attribuzione del bonus premiale).
Forti di questa certezza, nel corso della trattativa sulla mobilità, i sindacati hanno spiegato ai docenti che la chiamata diretta sarebbe stata cancellata e che si trattava solo di limare il testo dell’accordo. E infatti la trattativa è andata avanti per settimane con continui annunci del tipo “ormai ci siamo, al prossimo incontro si firma…”.
Nelle ultime due-tre settimane è però venuta alla luce la verità: si potrà chiudere la questione solo se ci sarà una modifica delle norme di legge attualmente in vigore. Ed ecco spuntare la soluzione: il decreto sulla modifica del testo unico sul pubblico impiego potrebbe contenere alcune disposizioni importanti, a partire dalla abrogazione dell’articolo 1 della legge Brunetta.
Ma anche questa strada sembra molto in salita perchè stando alle ultime notizie che circolano sulla questione, il decreto in arrivo (potrebbe essere licenziato dal Governo nel corso del Consiglio dei Ministri di giovedì 23 febbraio) conterrebbe modifiche alla legge Brunetta piuttosto modeste.
Modifiche che, peraltro, non sembrano particolarmente gradite ai sindacati.
Insomma, a meno di sorprese dell’ultima ora, chiamata diretta e bonus premiale rimarranno un punto fermo nella scuola anche per il prossimo anno scolastico.
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