Negli uffici del MEF e soprattutto in quelli che devono “lavorare” gli stipendi dei 3milioni di dipendenti pubblici è lotta contro il tempo: solo nella giornata del 28 aprile, infatti, è stata diramata dalle Agenzia delle Entrate la circolare che dovrebbe consentire di accreditare gli 80 euro di “bonus fiscale” decisi dal Governo Renzi.
La novità, come si sa, è diventata legge il 24 aprile scorso, con la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale del decreto legge n. 66 (“Misure urgenti per la competitività e la giustizia sociale”).
La disposizione è contenuta in particolare nell’articolo 1 del decreto e prevede appunto per il 2014 una detrazione fiscale complessiva di 640 euro, corrispondente proprio a 80 euro mensili da maggio a dicembre, applicabile a coloro che hanno un reddito fino a 24mila euro (tra i 24 e i 26mila euro il bonus viene riconosciuto ma in modo proporzionale)
Il decreto chiarisce bene che si tratta di una disposizione prevista per ora solamente per l’anno 2014, in attesa che nella legge di stabilità per il 2015 si individuino le risorse necessarie a trasformare la misura da provvisoria a strutturale.
Come era facile prevedere la novità sta già creando proteste, polemiche e malumori, anche nel mondo della scuola.
Ad essere interessati al “bonus” saranno infatti solamente collaboratori scolastici e assistenti amministrativi e solo una parte del personale docente: lo stipendio di 24mila euro lordi riguarda i docenti più giovani o comunque con un minor numero di anni di servizio.
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