A fronte di una spesa media per i libri scolastici che si aggira sui 500 euro l’anno e che supera i 680 euro per chi frequenta il primo anno di liceo, quando oltre ai libri di testo vanno acquistati anche i dizionari, appena 14 studenti su 100 hanno avuto accesso nell’anno scolastico in corso al cosiddetto “Bonus Libri scolastici” erogato da Regioni e Comuni, sulla base di un finanziamento statale di 133 milioni, stanziato con Decreto Direttoriale 2023 della Direzione Generale per lo Studente.
A dirlo è Cittadinanzattiva, cher ha elaborato un’analisi in collaborazione con il Quotidiano del Sud.
“L’indagine evidenzia come il ricorso al bonus libri sia importante e necessario per le famiglie anche se insufficiente considerato il costo complessivo che queste devono affrontare annualmente per l’acquisto di libri e materiali didattici, il cui importo è almeno 3-4 volte superiore a quello del bonus. Attualmente, molte vengono escluse economicamente dalla fascia ISEE considerata, con un valore che varia da regione a regione”, ha dichiarato Adriana Bizzarri, coordinatrice nazionale Scuola di Cittadinanzattiva che avanza alcune proposte. “Lo Stato dovrebbe porsi l’obiettivo di garantire, progressivamente, la gratuità dei libri di testo per la scuola dell’obbligo. Ciò rappresenterebbe una scelta di fondamentale importanza per il superamento delle disuguaglianze sociali ed economiche di migliaia di minori, per garantire loro l’effettiva esigibilità del diritto allo studio, come deterrente alla dispersione e come incentivo allo studio”.
Su una platea di 4.152.491 mila, hanno ricevuto il bonus appena 589.196 studenti appartenenti a famiglie con un reddito inferiore a 15.493,71.
Sono le Regioni che singolarmente definiscono i requisiti (fasce ISEE) per beneficiare del bonus libri, come anche le modalità e la scadenza per la presentazione delle domande. Sono poi i Comuni che erogano i contributi, ad eccezione della regione Lombardia, unica regione nella quale le domande vanno presentate direttamente alla regione così come l’erogazione del contributo viene effettuata dallo stesso ente, senza passare per i Comuni.
Regioni e dai Comuni in alcuni casi possono aggiungere ulteriori fondi.
Le famiglie meno abbienti, con un reddito inferiore a 15.493,71, rappresentano il 13,4% a livello nazionale, con punte del 25,6% in Campania, 24,1 in Abruzzo, oltre il 20% in Calabria e Sicilia (ultimi dati Istat, 2020-2021).
La Basilicata e la Sardegna fissano la soglia più alta di Isee in 20mila euro, allargando dunque la platea dei beneficiari; Abruzzo, Lazio ed Umbria la fissano in massimo 15.493,71€; poco più (15.748,78€) in Toscana, Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Molise e Veneto (queste ultime tre però prevedono un contributo maggiore per chi ha un ISEE inferiore ai 10.632,94€) ; segue il Friuli Venezia Giulia dove possono accedere al contributo le famiglie con ISEE fino a 14.ooo€, stesso tetto per la Puglia dove però per le famiglie con 3 o più figli l’Isee può arrivare a 14mila euro; la Campania in 13.300€ ma con un maggiore contributo per chi ha meno di 10,633€; in Sicilia accedono al bonus le famiglie con ISEE fino a 10.632,94€.
In Calabria il tetto massimo per accedervi – di soli 6.000 euro Isee fino allo scorso anno – è stato innalzato a 15.748,78 euro grazie ad un provvedimento destinato a 36mila studenti calabresi per 16 milioni di euro deliberati dalla Giunta regionale a valere sul programma regionale Fesr–Fse+ 2021-2027 per gli anni scolastici 2022/2023 e 2023/2024.
Va meglio ai residenti in Liguria dove è previsto un rimborso, con percentuali tra il 50 e il 60% della spesa sostenuta, a copertura di tutte le fasce di Isee fino a 50 mila euro; dal secondo figlio in poi, la soglia si abbassa per permettere una percentuale di rimborso più elevato e comunque una priorità in graduatoria se l’Isee non supera i 15mila euro.
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