Bonus mamme anche alle lavoratrici con contratto tempo determinato. Ad affermarlo la Flc Cgil che riporta un caso risolto dal Tribunale di Piacenza relativo ad una docente precaria con tre figli.
“Il Tribunale ha riconosciuto la disparità di trattamento operata dall’Amministrazione scolastica ai danni della lavoratrice, madre di tre figli, che – diversamente dal personale di ruolo – non ha potuto accedere al “Bonus” e quindi allo sgravio contributivo previsto dalla normativa citata.
Si tratta con tutta evidenza – spiega il sindacato – di una palese violazione del diritto comunitario in tema di parità di trattamento tra lavoratici a tempo determinato e a tempo indeterminato (clausola 4, comma 1 dell’Accordo Quadro allegato alla Direttiva CE del 1999).
Per questi motivi il giudice ha accertato il diritto della ricorrente a fruire dell’esonero contributivo e ha condannato il Ministero dell’Istruzione e del Merito “a riconoscere alla ricorrente la quota dei contributi previdenziali per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti trattenuta in busta paga, sino al tetto massimo di € 3.000,00 riparametrato su base mensile come previsto dal comma 180 dell’art. 1 cit. per gli assunti a tempo indeterminato”.
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