Bonus maturità, la Lega insiste: vanno aboliti subito

Continua il braccio di ferro sul bonus maturità. A scatenarlo, nelle ultime ore, sono state le proposte, realizzate da alcuni politici del Pdl, di mantenere in vita il provvedimento introdotto dall’ex ministro Profumo, in attesa che venga definito un nuovo regolamento di ammissione ai corsi universitari a numero chiuso.
A chiederne l’abolizione sin da subito è stato invece l’ex senatore Mario Pittoni, capogruppo uscente della Lega Nord in Commissione Istruzione al Senato, che già durante la scorsa legislatura si era battuto contro la sua applicazione: Pittoni ritiene assurdo pensare di far slittare l’abolizione del bonus maturità al prossimo anno. Sostiene che è “come se il boia dicesse al condannato ‘la pena di morte con c’è più ma, visto che c’era quando hai commesso il delitto, ti ammazzo lo stesso’. Certo – continua l’ex senatore – era meglio se – come avevamo suggerito – il ministro Carrozza cancellava il bonus appena insediata, non a test d’ammissione ai corsi universitari già iniziati”. Il rischio dei ricorsi, in questo modo, si è amplificato. Ma Pittoni, sempre a proposito dei ricorsi, ritiene che “comunque ci sarebbero stati in ogni caso” per la “troppa disomogeneità di valutazione sul territorio tra istituti”. Mantenendo in vita i bonus, inoltre, lo Stato andrebbe incontro ad una sicura “perdita di credibilità”.
Il leghista chiede quindi di affrontare in modo radicale la questione dei test d’ingresso che, spiega, in particolare a Medicina “con un solo posto disponibile ogni otto domande, oggi garantiscono l’accesso più per fortuna che per capacità. Serve un sistema che lasci una possibilità a tutti, scremandoli dopo un certo periodo (un anno?) in base a un adeguato numero di esami da superare. I migliori dovranno poter scegliere il corso di laurea d’interesse, fino all’esaurimento dei posti in quel corso e in quell’università. Fantascienza? No. In altre nazioni come la Francia è già così: la selezione per Medicina avviene dopo il primo anno di università e un breve tirocinio in ospedale. I test attuali se ben formulati (merce piuttosto rara di questi tempi), possono essere (relativamente) utili per verificare – conclude Pittoni – il livello di preparazione alla fine di un ciclo di studi”.
Alessandro Giuliani

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