C’era una volta il bonus merito, quello che nelle intenzioni di chi ha redatto la Legge 107 del 2015 avrebbe dovuto introdurre nella scuola il concetto di remunerazione maggiorata ai docenti che più degli altri si spendono per la riuscita degli obiettivi posti nel Pof d’Istituto.
Il problema è che la somma destinata ai docenti più meritevoli, individuati dal dirigente scolastico sulla base delle priorità stabilite dal comitato di valutazione nominato dal Collegio dei docenti e dal Consiglio d’Istituto, si è andata sempre più riducendo: gli oltre 700 milioni di euro iniziali, stanziati il primo anno, in 48 mesi sono diventati la metà della metà.
Nell’estate del 2020, quando verrà assegnata la nuova somma, i fondi a disposizione del saranno ancora meno.
Perché con il decreto scuola, in procinto di essere approvato dal Consiglio dei ministri, si è deciso di inserire tra i beneficiari del bonus merito anche i docenti precari: nelle ultime righe, precedenti alla relazione illustrativa, viene scritto che al comma 128 dell’articolo 1 della Legge 107/2015, dopo le parole “di ruolo” sono inserite le seguenti: “nonché con contratti a tempo determinato annuale o fino al termine delle attività didattiche”.
Questo significa che potranno fruire del bonus altri 200 mila docenti potenziali. Considerando che nell’ultimo biennio le somme medie assegnate a fine anno, tramite l’applicazione del bonus merito, si sono assottigliate sensibilmente, si prevede che in futuro siano assegnate cifre sempre più basse.
Si era partiti con “premi” di fine anno scolastico collocati, in media, tra i 500 ed i mille euro. Poi, con la riduzione del finanziamento totale, la somma si è “asciugata”. Tanto che la somma media annua si è spostata sotto i 300 euro.
Quindi, qualora non dovessero arrivare nuovi fondi, con la possibilità di allargare i compensi anche ai supplenti annuali, è inevitabile che i “premi” diventeranno sempre più “onorifici” e sempre meno economicamente validi.
A meno che il ministro Lorenzo Fioramonti non ci sorprenda: dopo avere detto di essere contrario a questo tipo di bonus, dovrebbe chiedere di incrementare i finanziamenti. Un’eventualità difficile dal compiersi.
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