Personale

Bonus merito, arrivano i soldi ai docenti: tutti quelli dello scorso anno e 20% mancante 2015/16

Via libera da parte dell’amministrazione del restante 20% del bonus merito 2015/16 e di tutto quello relativo all’anno scolastico scorso, il 2016/17.

LA NOTA N. 20640

Con la Nota n. 20640 del 17 ottobre, il dipartimento per la programmazione  e la gestione delle risorse umane, finanziarie e strumentali del Miur ha infatti informato le scuole pubbliche di ogni ordine e grado che “essendosi conclusi con successo per questa Amministrazione i giudizi pendenti presso il Tribunale Amministrativo Regionale”, si informa “che con DDG n. 1681 dell’11 ottobre 2017  lo scrivente Ufficio ha disposto l’assegnazione, sul capitolo 2555/13 del POS dell’intera somma spettante” dello scorso anno scolastico.

LA NOTA N. 20642

Allo stesso modo, con la nota n. 20642, “essendosi conclusi con successo per questa Amministrazione i giudizi pendenti presso il Tribunale Amministrativo Regionale di cui alla nota prot. n. 17842 del 18 novembre 2016  a causa dei quali era stato possibile procedere con l’erogazione, per l’a.s. 2015/16, del solo acconto dell’80% della risorsa finanziaria finalizzata alla valorizzazione del merito del personale docente, si informa codesta Istituzione scolastica che con DDG prot. n. 1680 dell’11 ottobre 2017  lo scrivente Ufficio ha disposto l’assegnazione, sul capitolo 2556/13 del POS di codesta istituzione scolastica, della restante quota del 20%”.

LA PRONUNCIA DEL TAR

A questo proposito, di recente il Tar del Lazio che si era pronunciato sul bonus merito, indicando appunto la sua fruizione solo per docenti di ruolo e non per i precari: respinto il ricorso dei sindacati, è quindi arrivato il via libera del Miur a tutte le somme mancanti.

Ricordiamo che, comunque, ad essere estromessi dal bonus sono stati sinora anche circa il 65 per cento dei docenti di ruolo, essendo stato conferito il bonus annuale solo in media (sempre con le eccezioni del caso) solo ad un docente ogni tre.

SOMME LORDE

Il Miur ricorda, infine, che “l’importo assegnato è al lordo dipendente, cioè al netto dei contributi previdenziali ed assistenziali a carico dello Stato e dell’IRAP”.

Pertanto, come prassi, i compensi assegnati ad ogni docente vanno almeno dimezzati: la quota netta che andrà al personale, in pratica, corrisponde a circa la metà di quella indicata. Per coloro che percepiscono stipendi superiori alla media, in particolare i docenti a fine carriera con molti anni di servizio alle spalle, le “trattenute” risultano maggiori e quindi la somma netta sarà ancora più esigua.

Alessandro Giuliani

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