Si può dire che non sono emerse novità sostanziali in merito al bonus merito docenti dopo l’incontro del 10 febbraio fra Miur e sindacati. L’amministrazione, infatti, passa la palla alla Funzione Pubblica.
L’incontro fra Ministero e sindacati del 10 febbraio non ha portato quindi alcune nuove posizioni chiare, forse una maggiore disposizione dell’amministrazione di Viale Trastevere al dialogo con i sindacati rispetto al precedente incontro, almeno secondo la Uil Scuola.
Il Ministero, si legge sul comunicato del sindacato di Pino Turi, “dopo aver approfondito l’argomento sia in sede tecnica che politica, ritiene che la norma in questione possa essere letta nella direzione di una sostanziale definalizzazione delle risorse da utilizzare in sede di contrattazione integrativa di Istituto..”
Ciò farebbe propendere ad un’apertura alle posizioni sindacali.
Tuttavia, l’Amministrazione ritiene che, data la complessità della materia, per l’attuazione della norma, in senso generalizzato, sia necessario un parere della Funzione Pubblica che interpellerà in tempi celeri.
Tale parere dovrebbe arrivare in breve tempo, almeno stando alla “promessa” del Miur alle organizzazioni sindacali.
Il bonus docenti, da quest’anno, entra in contrattazione integrativa ed è per questo motivo che i sindacati vogliono chiarire alcuni aspetti che nell’attuazione pratica non vede chiarezza da parte del Miur “al fine di dare indicazioni coordinate alle istituzioni scolastiche per una corretta gestione di disposizioni che intervengono ad anno scolastico avviato, con particolare attenzione alle contrattazioni che in molti casi non sono ancora concluse, ferma restando l’autonomia di decisione delle parti negoziali (RSU e DS)”, come abbiamo riferito in precedenza.
Di certo c’è il testo della legge di bilancio 2020, che infatti, ha disposto che le risorse del “bonus docenti” che con il CCNL del 2018 erano confluite nel fondo per il miglioramento dell’offerta formativa delle singole scuole per la valorizzazione del personale docente, vengano ora utilizzate “dalla contrattazione integrativa in favore del personale scolastico senza ulteriore vincolo di destinazione”.
Stando alla manovra, queste risorse possono così essere utilizzate secondo quanto previsto dalla contrattazione di istituto per compensare il maggiore impegno dei docenti o del personale Ata.
La misura tuttavia crea dissapori: in molti si mostrano piuttosto contrariati dal fatto che una risorsa che la legge destinava espressamente ai docenti venga ora distribuita anche fra il personale Ata.
Non dimentichiamo la sempre presente proposta dei sindacati, ribadito dalla Gilda di recente, ovvero quello di destinare i soldi del bonus merito docenti per incrementare lo stipendio del personale, e cioè non solo dei docenti ma di tutti i dipendenti del Miur.
Se così fosse, i 200 milioni stanziati dalla legge 107 verrebbero distribuiti fra un milione e 200mila dipendenti e quindi significherebbe circa 13 euro lordi di aumento per ogni dipendente Miur.
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