Una Dirigente scolastica di un liceo, legittimamente autorizzata dalla firma di ben tre RSU, distribuisce il bonus su due fasce di merito, valutando la fascia più alta una volta e mezzo l’importo economico della fascia più bassa.
La norma firmata in contrattazione di Istituto
Nonostante il bonus del merito sia stato ormai tolto dalla discrezionalità del Dirigente scolastico e dai criteri stabiliti dal comitato di valutazione, in quanto nella legge di bilancio 2020 questa risorsa economica viene inserita nel Fondo di Istituto e regolarmente contrattata, il problema resta soprattutto leggendo taluni contratti regolarmente firmati dal Dirigente scolastico e da tre RSU.
Siamo in un liceo scientifico della Calabria, la Dirigente scolastica è un’associata al principale sindacato dei Presidi e, propone, sulla base di una piattaforma contrattuale cara ad ANP, un articolo in cui è scritto: “La professionalità del personale docente è valorizzata dal dirigente scolastico in base ai criteri individuati dal comitato di valutazione dei docenti al fine della assegnazione del bonus annuale, ai sensi dell’art.1. cc. 127 e 128, della legge 107/2015 nonché dell’art.17, co.1, lett. e bis del d.lgs. 165/2001”. I compensi, è scritto nel comma 3, dell’art.48, del contratto di Istituto di tale Liceo, finalizzati alla valorizzazione del personale docente sono determinati sulla base dei seguenti criteri generali: “gli importi che il dirigente può assegnare sono due, considerata la varianza interna al gruppo dei premiabili, i bonus vien distribuito in maniera differenziale tra i meritevoli individuando due livelli di merito: prima fascia e seconda fascia”.
La cosa che colpisce di più è la seguente: “Al docente collocato in seconda fascia viene attribuito il Bonus pari a una volta e mezzo quello dei meritevoli della prima fascia”.
Distribuzione del bonus con beneplacito RSU
La Dirigente scolastica ha potuto premiare 22 docenti su 130, meno del 20%, escludendo più dell’80% e schedando in due fasce i pochi premiati.
La fascia più pagata ha ricevuto poco più di 1000 euro lordo stato, mentre quella meno retribuita ha percepito poco più di 600 euro lordo stato. Le tre RSU di Istituto che fanno riferimento a sindacati che non tollerano le fasce di premialità, firmano questo accordo senza battere ciglio.
Senatrice Granato interviene su bonus merito
Abbiamo chiesto alla prima firmataria dell’emendamento in legge di bilancio 2020 che ha tolto il bonus del merito dalla discrezionalità dirigenziale. Cosa ne pensa di questo modo di valorizzare la professionalità docente. La Senatrice Bianca Laura Granato ha cosi risposto: “ il lavoro si retribuisce, non si premia, voler attribuire connotazione qualitativa discrezionale ad un surplus di lavoro è un abuso legalizzato, vale a dire un modo per legittimare quel lavoro sommerso che spesso nelle scuole si porta avanti a discapito della didattica e nelle ore ad essa dedicate conferendo al dirigente scolastico un potere che non solo è iniquo, ma ha la funzione di depotenziare quella che è l’autentica funzione della scuola, promuovere crescita culturale, consapevolezza civica e inclusione sociale . Se infatti abbiamo registrato quei risultati disastrosi nella lettura e comprensione dei testi nell’indagine OCSE PISA, è proprio perché i docenti e gli studenti vengono continuamente distratti dal loro compito primario, complici le ambizioni di quella che ormai è diventata una vera e propria lobby, quella dei dirigenti scolastici, che mira solo a giustificare il proprio ruolo all’interno delle scuole, un ruolo che oggi apporta più danno che beneficio purtroppo, dato che la scuola non è e non potrà mai essere un’azienda, dove per attivare indotti economici si sacrificano i diritti di studenti e lavoratori , ma uno strumento di promozione sociale. Per questo mi batterò per fare in modo che al più presto il ministro emani i decreti attuativi per dare seguito al comma 249 dell’art. 1 della Legge 160/2019, nell’ottica di cancellare l’abuso normativo introdotto dalla legge 107/2015 del cosiddetto bonus premiale conferito dai dirigenti ai docenti senza alcuna trasparenza e con una discrezionalità che è totalmente fuori contesto all’interno di un servizio pubblico come la scuola statale.