Sono più di 1.300 i dirigenti scolastici di tutta Italia che hanno partecipato ad una indagine sul tema del bonus premiale promossa dall’Associazione Nazionale Presidi (ANP) con la collaborazione del professore Roger Abravenel.
Interessanti i risultati che emergono dalla ricerca anche se va precisato che il questionario è stato distribuito solo ai dirigenti scolastici e quindi gli esiti descrivono la percezione dei dirigenti e non di altri soggetti della comunità scolastica.
Si tratta comunque di un punto da cui partire per ulteriori approfondimenti.
Una prima domanda era finalizzata a capire in che misura il bonus premiale abbia modificato il clima dell scuola: secondo due presidi su tre il clima non è cambiato, mentre sarebbe cambiato in meglio per il 20% dei ds (la selezione sarebbe stata percepita dai docenti come uno stimolo), per il 12% avrebbe invece provocato un peggioramento del clima.
Un dirigente su 3 pensa che la maggioranza dei docenti abbia percepito come giusta la selezione operata, il 40% ritiene che solo una piccola minoranza abbia pensato di aver subito un torto, mentre secondo il 20% la maggioranza dei docenti sarebbe rimasta del tutto indifferente all’operazione.
In una scuola su tre il premio è stato assegnato ad una percentuale di docenti compresa fra il 30 e il 50%, mentre nella metà dei casi il premio è andato al 10-30% dei docenti; nel 3% delle scuole il bonus è stato assegnato a più dell’80% degli insegnanti.
Ma c’è una interessante varianza regionale: al centro il premio è stato dato a più della metà dei docenti nel 24% delle scuole, la percentuale scende al 16% al sud e addirittura al 8 al nord.
Nel 60% delle scuole il bonus è stato diversificato, mentre nel 12% dei casi l’importo è stato uguale per tutti.
Molto variabili le modalità di comunicazione: nel 38% delle scuole l’elenco dei premiati è sato reso pubblico mentre nel 58% ogni docente premiato ha ricevuto la comunicazione ma senza sapere i nominativi degli altri premiati.
Un ds su 4 ha dichiarato di non aver fornito alcuna informazione ai rappresentanti sindacali, il 21% ha invece consegnato l’elenco dei premiati ma non gli importi, il 38% ha consegnato l’elenco dei premiati con gli importi aggregati, il 10% dei dirigenti a comunicato ai sindacati nomi e importi e l 5% ha messo a disposizione tutta la documentazione.
I dati mostrano che c’è stata un’ampia varietà di comportamenti che è forse l’elemento che più di altri ha “irritato” le organizzazioni sindacali. Si tratta di capire se, per il 2016/2017 cambierà qualcosa o se tutto rimarrà come prima. La sensazione è che forse la ministra Fedeli potrebbe tentare di introdurre qualche modifica, magari aprendo ad una “contrattazione” del premio almeno a livello nazionale.
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