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Bonus merito, scuole con l’85% dei docenti esclusi e i meritevoli divisi in tre fasce

Ci sono scuole dove il bonus del merito è stato assegnato ad appena il 15% dei docenti: un gruppo ristretto di “fedelissimi” al ds, spesso già premiati con il Fis.

La denuncia è dell’Usb Scuola, dopo che il sindacato ha raccolto e reso pubblico il caso dell’istituto professionale Cascino di Palermo, dove quest’anno “il bonus è stato assegnato a soli 39 docenti su un corpo docenti che supera di molto le duecento unità”.

Il sindacato di base sottolinea che si tratta dello stesso istituto “già sotto i riflettori perché il DS ha sanzionato e privato dello stipendio il docente/Rsu che si è rifiutato di firmare il foglio firme volante di rilevazione in ingresso ed uscita dalla scuola”.

In ogni caso, continua l’Usb, “sorprende che in questa scuola di frontiera ci sia un numero di meritevoli che si attesta tra il 16-18%, con addirittura tre fasce di merito distinte che ulteriormente differenziano i 39 docenti, premiando già coloro che sono retribuiti dal Fondo d’Istituto (un problema già segnalato in passato dalla Tecnica della Scuola ndr)”.

“Il Dirigente Scolastico, che ha preso alla lettera la legge Brunetta irrogando una sanzione pensatissima i cui contorni normativi sono dubbi (ricordiamo che varie sentenze hanno stabilito che non è nel potere del DS sanzionare fino a 10 giorni), addirittura ha applicato le tre fasce di merito previste dalla Brunetta (25% iper-meritevoli, 50 mediamente meritevoli, 25% non meritevoli), non previste per la scuola, non a tutto al corpo docenti ma solo a meno del 20%”.

Il caso di Palermo fa il paio con quello del liceo Parini di Milano, dove il Bonus Docenti per i “meritevoli” è stato distribuito al 75% dei docenti, con il 25% dei docenti esclusi che ha avviato una protesta scrivendo al dirigente, ai colleghi, all’Ambito Territoriale di Milano, al Ministero parlando di palese discriminazione.

 

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Per il sindacato, le due assegnazioni “ristrette” (comunque in linea con quanto previsto dalla Legge 107/15 e anche dalla riforma della PA 150/09) confermano “ancora una volta l’assoluta negatività del meccanismo del Bonus Premiale. Con questi due casi abbiamo messo in luce che quando è riservato ad una piccola percentuale di docenti, esso è ad altissimo rischio corruttivo, definisce sperequazioni inaccettabili tra lavoratori, creando un gruppo ristretto di “fedelissimi” che già il più delle volte è retribuito dal FIS”.

L’Usb Scuola torna quindi a ribadire una propria convinzione: il bonus annuale, che sfiora i 25mila euro medi ad istituto, “quando distribuito alla maggioranza dei docenti, ma non a tutti, determina meccanismi di esclusione e di ostracizzazione di chi ne viene escluso. Per questo riaffermiamo quanto sostenuto già dall’anno scorso nella nostra campagna “A tutti o non lo vogliamo!”: il Bonus Docenti va rifiutato e se ne deve pretendere l’abolizione da parte del neonominato governo e Ministro dell’Istruzione”.

Il sindacato si oppone, quindi, a quelle che considera “elemosine”, e “meccanismi competitivi” conferiti in un “clima ostile e di sospetto tra colleghi”, che “con troppa facilità possono esser legati all’essere accondiscendenti e proni alle scelte dei Dirigenti Scolastici”: quello che serve, piuttosto, è “un rinnovo contrattuale che preveda un aumento dignitoso che permetta di recuperare il potere d’acquisto perso in tutti questi anni di blocco contrattuale”.

Ignorando che i commi 126-130 della Legge 107/15 siano Legge dello Stato, l’Usb torna a proporre l’esatto opposto: l’idea di un Bonus distribuito “a pioggia” su tutti i docenti, in modo che venga annullato il meccanismo discriminatorio e di disparità di trattamento tra colleghi”.

Per farlo, però, occorre cambiare la legge. E pure quella di riforma della Pubblica amministrazione, orientata a premiare solo i lavoratori più meritevoli. Proprio per superare la somministrazione dei fondi aggiuntivi con il sistema indistinto della somministrazione a “pioggia”.

Alessandro Giuliani

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