Sta facendo il giro del web l’articolo di Repubblica.it dove si riferisce che in alcune scuole superiori il bonus premiale dipenderà anche dal parere degli studenti.
Si tratta di alcuni istituti del Nord, dove il comitato di valutazione ha deciso di applicare alla lettera i commi della Buona Scuola, dal 125 al 130 della Legge 107/15: così, si è deciso di avviare una sorta di referendum tra gli studenti, sotto forma di questionari anonimi, con giudizi sul comportamento in classe dei loro professori.
Ecco alcuni esempi di domande, riferisce il 19 maggio la testata nazionale: “il tuo insegnante riesce a coinvolgerti, è disponibile alle gite, corregge i compiti bene e in fretta? Dimostra attenzione verso lo studente? Sa tenere la disciplina in classe?”.
Ovviamente, non poteva essere altrimenti, gli insegnanti si dicono contrari, e già si parla di “clima teso nei collegi dei docenti e sindacati sulle barricate”.
Ci sono anche i nomi dove questo modello di giudizio dell’operato dei prof, con qualche variante, verrà applicato: al liceo delle scienze umane “Duca d’Aosta” di Padova, agli studenti verranno consegnati “quattro questionari anonimi da infilare nelle urne – uno scatolone che sarà chiuso oggi – da compilare su base volontaria: uno per i maturandi, uno per i genitori degli alunni al quarto anno e due schede di autovalutazione per i docenti. Immediata la reazione, alcuni docenti annunciano di voler boicottare i questionari”. Largo, dunque, anche al giudizio dei genitori degli studenti al penultimo anno di corso.
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Per il preside dell’istituto veneto, Alberto Danieli, non c’è proprio da scandalizzarsi: “il nostro comitato, con membri eletti da collegio docenti e consiglio di istituto, ha lavorato senza spaccature. Qui nessuno leva mezzo euro a nessuno, qualcuno avrà solo qualche soldo in più. Non è una pazzia”.
Il copione si ripete al liceo classico e scientifico Newton di Chivasso, dove il questionario da compilare sui docenti comprende 20 voci, con voti da uno a sei. Con il Cub scuola che fa la voce grossa: “Si punta a utilizzare gli studenti come controllori dell’attività dei docenti e si fornisce al dirigente uno straordinario strumento di pressione”.
Stessa “solfa” a Bologna, nei licei scientifici Copernico e Righi. Ma anche all’istituto tecnico economico Salvemini di Casalecchio, dove – continua Repubblica.it – si fa a fare le pulci pure sul comportamento a scuola del preside: “una scheda da 50 punti, dove vengono valutate (da zero a due punti) 25 voci: disciplina, appunto, ma anche rapporto con gli studenti e i colleghi, la partecipazione a progetti internazionali, l’iscrizione dei propri alunni a gare, stage e concorsi, la disponibilità a tenere laboratori al pomeriggio”.
Per i sindacati siamo alla follia. Raffaella Morsia, segretaria della Flc-Cgil dell’Emilia Romagna, ritiene che “studenti e genitori non sono soggetti competenti a decidere l’erogazione di un compenso economico, che deve essere oggetto di contrattazione”.
Marcello Pacifico, presidente Anief è furente: è un’operazione “contro la legge, da nessuna parte c’è scritto che gli studenti devono valutare gli insegnanti. Surreale: chi è valutato valuta”.
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