“Sarebbe bene che il bonus annuale del merito conferito ai docenti tramite il comitato di valutazione passasse per il tavolo di contrattazione con le Rsu”.
“Quest’anno abbiamo avuto notizia di diverse scuole, dove un ristretto numero di docenti in servizio, spesso dentro o vicini allo staff del preside, hanno ricevuto per lo stesso incarico un doppio compenso: uno proveniente dal fondo del bonus annuale per il merito ed un altro dal Fondo d’istituto. Questo non è giusto e non dovrebbe più accadere”.
A dirlo a Radio Cusano è stato Alessandro Giuliani, direttore della Tecnica della Scuola, nel corso della rubrica settimanale “L’angolo del direttore”, andata in onda il 27 dicembre.
Commentando il dato nazionale che vedrebbe un docente su tre aver ricevuto il premio annuale per il merito professionale, Giuliani ha ricordato che “il dirigente scolastico non è obbligato a rendere trasparente la procedura di assegnazione del bonus per il merito. Certo, ci sono presidi che hanno agito nella massima trasparenza. Ma altri, purtroppo, si sono avvalsi in pieno della facoltà di non dover rendere giustificazioni (per le loro scelte) a nessuno. Nemmeno a chi chiedeva spiegazioni sui motivi di certe scelte”.
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Il problema è che troppo spesso gli incentivi sono stati assegnate alle stesse persone (in alta percentuale vicine al dirigente scolastico e al suo staff) che hanno avuto accesso già ad altri tipi di incrementi stipendiali. Mentre la maggior parte dei docenti non hanno avuto alcun compenso, nemmeno dal Fondo d’Istituto.
“Solo il tavolo di confronto, alla presenza delle Rsu, potrebbe superare questo problema. La scuola ha pochi fondi per incentivare i docenti: l’assegnazione di circa 700 euro lorde, 350 nette, in media a lavoratore, deve essere fatta in modo più oculato. E su questo punto il nuovo ministro Fedeli, che ha una cultura sindacale, potrebbe dare una mano”, ha concluso Giuliani.
Nel corso della trasmissione si è parlato anche della riunione ministro-sindacati del 28 dicembre, delle proteste dei docenti assunti lontano da casa, che ora rivendicano una sede più vicina e che in questi giorni sono tornati in piazza a protestare, e anche delle polemiche dei canti di Natale modificati da alcune scuole per non offendere altre fedi.
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