Per il 2015/2016 il fondo per il merito non sarà di 200 milioni di euro, ma solamente di 133 milioni e mezzo o poco più.
La spiegazione è piuttosto semplice ed è legata al fatto che le disposizioni contabili contenute nella legge 107 non sono tutte “allineate” al meccanismo dell’anno scolastico. Il comma 126 dell’articolo 1 della legge 107 prevede espressamente uno “stanziamento di euro 200 milioni annui a decorrere dall’anno 2016”.
Ora, scolasticamente parlando, l’anno 2016 è suddiviso in due periodi: il periodo da gennaio ad agosto è riferito all’anno 2015/2016, mentre da settembre a dicembre si tratta dell’anno 2016/2017. Quindi un terzo dell’intera somma stanziata dalla legge, e quindi 66,667 milioni riguardano il 2016/2017 e solo i restanti due terzi sono disponibili per l’anno scolastico in corso. Si deve poi considerare che la somma di 133 milioni e mezzo circa relativa a questo anno scolastico è da intendersi al “lordo Stato” che si riducono a 100 milioni se calcolati al “lordo dipendente”.
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E se, infine, vogliamo parlare di quanto concretamente potrebbe arrivare nelle tasche dei docenti dobbiamo scendere a 60/65 milioni. In pratica, quindi, si tratterebbe di circa 12-13mila euro al lordo dipendente in media per ciascuna istituzione scolastica. Somma che, nella migliore delle ipotesi, scenderà a 8-9mila euro nette per i “fortunati” docenti che intascheranno il premio. Alla resa dei conti la “guerra” sul bonus che i sindacati vogliono combattere riguarderà una somma complessivamente modesta.
Ma è evidente che la battaglia sindacale riguarda più che altro una questione di principio.
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