Era da settimane che se ne parlava e adesso la circolare è arrivata: è datata 19 aprile e fornisce diversi chiarimenti sulla complessa questione del “bonus” premiale.
Intanto la nota interviene sul problema della costituzione dei comitati di valutazione e precisa che le sedute dei comitati sono valide con la presenza della sola maggioranza dei membri effettivamente nominati,mentre le deliberazioni vengono adottate a maggioranza assoluta dei voti validamente espressi. In altre parole, secondo il Ministero, la mancata nomina di qualche membro del comitato non inflluisce sul funzionamento dell’organo collegiale.
Non viene tuttavia chiarito cosa accade laddove non siano stati designati neppure i genitori e il rappresentante dello studente: in questi casi il comitato sarebbe formato solamente dal dirigente e dal “membro esterno” e poichè secondo una intepretazione giurisprudenziale piuttosto diffusa e consolidata, “duo non faciunt collegium”, il comitato non potrebbe neppure riunirsi e deliberare.
Per quanto riguarda poi i criteri, la circolare ribadisce che le scuole hanno ampia autonomia anche se deve escludersi sia una distribuzione generalizzata del premio, sia una assegnazione a pochi insegnanti. Insomma secondo il Miur, bisognerà trovare una soluzione intermedia.
Quanto alla possibilità che il fondo sia oggetto di contrattazione fra le parti (dirigente scolastico e RSU) la circolare non dice nulla ma contiene una modestissima apertura nei cnfronti della posizione sindacale in quanto sottolinea l’opportunità che l’intera comunità scolastica venga chiamata in causa nella definizione dei criteri.
A proposito di sindacati, va rilevato che il Ministero ha però deciso di ignorarli, almeno sul piano formale: la circolare infatti è indirizzata agli uffici regionali, ai dirigenti scolastici ma non alle segreterie nazionali delle organizzazione sindacali: uno “schiaffo” che sicuramente non verrà incassato tanto facilmente dalle parti.
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