Categorie: Attualità

Bonus premiale: docenti burlati e minacciati, altro che merito!

In un importante istituto d’istruzione superiore dell’hinterland nord di Milano, all’avanguardia per la politica dell’accoglienza e per il volontariato, i docenti hanno dovuto subire una grave mortificazione, in seguito alle misure previste dalla Legge 107/2015 con la sua velleitaria e smaniosa ansia valutativa.

Infatti, alcuni dei docenti suddetti si sono visti recapitare delle sgrammaticate missive anonime (firmate Kollettivo) in cui si reclamava il diritto di studenti e famiglie ad essere informati sugli esiti della valutazione dei docenti, con invito a cambiare lavoro per gli insegnanti valutati negativamente.
Pertanto, è stata sventagliata ai quattro venti la classifica completa dei docenti, con annessi punti attribuiti dal ds, suddivisi beffardamente in una classica tripartizione: bravi, mediocri e somari.

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In particolare, sono stati presi di mira i docenti della terza categoria (i somari) e con tanto di ammonimento individuale.“prima di mettere un quattro pensaci dieci volte!”.

Tra essi, pare vi siano tantissimi docenti di matematica. Laconico il commento finale: “voi conoscete i nostri voti, noi dobbiamo conoscere i vostri”. E ciò sarebbe dovuto in virtù di un’esigenza di trasparenza idonea a consentire alle famiglie scelte avvedute. 

Il dirigente scolastico ha sporto denuncia all’autorità giudiziaria per il tramite della polizia delle comunicazioni a causa della fuga di notizie riservate che da tempo circolavano allegramente su internet.

Questo fatto ha rafforzato la teoria secondo cui il bonus premiale della L. 107 deve essere elargito nella più totale segretezza (i docenti dovranno abituarsi a considerarlo come un incerto accadimento mistico che si materializza sul conto corrente per effetto della loro bontà professionale, e non fare troppe domande che potrebbero “rompere l’incantesimo”).

Qui sorgono alcuni interrogativi. Come potranno mai essere ritenuti trasparenti atti che necessitano di un assoluto grado di riservatezza pretesa dai dirigenti scolastici, non tanto per evitare queste intemperanze della goliardia studentesca, quanto soprattutto per essere affrancati da ogni forma di controllo?

Nelle tasche di quali docenti stanno andando a finire i quattrini con cui si vorrebbe, per il bene della scuola statale, innescare la “virtuosa” competizione di cui i ds italiani sarebbero garanti ed arbitri leali?

A quanto pare, sicuramente non nelle tasche dei rigorosi ma derisi insegnanti di matematica della scuola sopraccitata, ai quali, per ora, vanno solo sberleffi e minacce.

 

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Carmine Nicoletti

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