Il Covid ha acuito il disagio giovanile. In tutto il mondo e anche in Italia si ravvisa una crisi del benessere mentale ed emotivo dei giovani. La conferma è arrivata dalla percentuale di ragazzi che hanno fatto ricorso al cosiddetto “bonus psicologo”, la misura, legata all’Isee (al massimo 50.000 euro) di non oltre 600 euro complessivi, finalizzata a coprire i costi per delle sessioni di psicoterapia: la Commissione europea ha fatto sapere che delle 300.000 richieste sinora presentate in Italia, ben 180.000 sono state prodotte da cittadini italiani sotto i 35 anni.
Finora, a fruire del supporto psicologico degli specialisti privati, regolarmente iscritti nell’elenco degli psicoterapeuti nell’ambito dell’albo degli psicologi, sono stati nel 16,62% dei minori, fino a 18 anni, mentre per il 43,55% si è trattato di giovani tra i 18 e i 35 anni.
Nel nostro Paese, il provvedimento per ricorrere al bonus psicologo era arrivato con il decreto legge, n. 228/2021, convertito dalla legge 15/2022, ha introdotto il cosiddetto “bonus psicologo”: successivamente, l’Inps, con la circolare del 19 luglio 2022, n. 83 ha fornito le istruzioni per la presentazione della domanda. E con il messaggio 21 luglio 2022, n. 2905, l’istituto di previdenza ha comunicato che le domande per la fruizione del beneficio potranno essere inoltrate tramite la procedura informatica entro il 24 ottobre 2022.
“Sono lieta di constatare che gli Stati membri dell’Ue stanno prendendo sul serio questa sfida e che hanno adottato misure per sostenere i giovani, in particolare a scuola”, ha detto Mariya Gabriel, commissario Ue per l’Innovazione, la ricerca, la cultura, l’istruzione e la gioventù.
Di diverso avviso è Mario Rusconi, presidente Anp Roma, secondo cui “ancora una volta, nel nostro Paese, di fronte a situazioni complesse ci si pone in modo disfunzionale e casuale, senza una fattiva capacità organizzativa che volga lo sguardo al futuro”.
Il preside romano, interpellato da Adnkronos, definisce il “bonus-psicologo l’ennesimo provvedimento emergenziale che viene estratto dal cappello del prestigiatore per affrontare le notevoli difficoltà esistenziali dei giovani, particolarmente aggravate dalle restrizioni imposte dal covid”.
Rusconi ha rivendicato “due assetti organizzativi che, nel corso degli anni, avevano contribuito a rendere la scuola un ambiente maggiormente protetto: il medico scolastico e l’equipe psicopedagogica. Per un’insensata ed irrazionale misura “contenitiva degli sprechi”(?!), – sottolinea – i governi succedutisi nel tempo hanno eliminato questi presídi fondamentali. Ed ora si ricorre alla solita misura “una tantum” di natura non sistemica”.
“Le istituzioni responsabili – ha concluso Rusconi – quando si renderanno conto che – una volta sperabilmente usciti dall’emergenza covid – sarà necessario ripristinare ambiti relativi alla salute psicofisica dei giovani in modo strutturato e lungimirante?”.
Ad Adnkronos Salute, David Lazzari, presidente del Consiglio nazionale Ordine degli psicologi, ha confermato le difficoltà post-pandemia dei giovani: “faticano: non hanno le certezze delle generazioni precedenti, le agenzie educative tradizionali sono in crisi”, ha detto l’esperto. Che ha aggiunto: è una situazione che “va compresa e rispetto alla quale vanno trovate soluzioni, non solo per la cura, ma anche per mettere in campo un’articolata strategia preventiva”.
Lazzari ricorda che vi sono indagini particolarmente indicativo: alcune arrivano ad asserire che “vi sono forme di malessere per un giovane su due”, sottolinea Lazzari.
Oltre a “promuovere la resilienza”, anche Lazzari ritiene che occorra “prevedere nella scuola e nei servizi sanitari momenti per intercettare precocemente il disagio e per offrire sostegno. E, quando serve, anche la terapia. Se il bonus psicologo ha avuto centinaia di migliaia di richieste – ha concluso Lazzari – è perché offre risposte che nel pubblico sono molto carenti”.
Il problema non è però nazionale: una commissione di 50 esperti, sulle pagine di the Lancet, ha pubblicato un rapporto dal quale risulta che nel mondo quasi un miliardo di persone, 1 su 8, convive con qualche forma di sofferenza psichica, con la quota che sale a 1 su 7 nella fascia di età tra i 10 e i 19 anni.
La situazione è ulteriormente peggiorata durante la pandemia da Covid con un aumento della prevalenza di ansia e depressione del 25% nel corso del 2020, ha confermato la ‘Lancet Commission on ending stigma and discrimination in mental health’.
Secondo gli esperti queste persone subiscono una doppia minaccia: l’impatto della condizione e le conseguenze sociali dello stigma e della discriminazione.
“Molte persone con esperienza vissuta di condizioni di salute mentale descrivono lo stigma come peggiore della condizione stessa”, ha detto il copresidente della Commissione Graham Thornicroft, del King’s College di Londra.
La Commissione ha formulato una serie di raccomandazioni indirizzate a governi, sanitari, datori di lavoro, scuole e mezzi di comunicazione per contrastare lo stigma: si va dalla depenalizzazione del suicidio, all’adozione di programmi per il reinserimento lavorativo delle persone con sofferenza mentale, dall’istituzione di corsi di formazione sulle malattie mentali e sui diritti delle persone che ne soffrono destinati ai sanitari agli interventi di sensibilizzazione nelle scuole.
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