“I docenti hanno speso il bonus di 500 euro soprattutto per acquistare pc, iPad e tablet. Anche per figli e nipoti, come regalo di Natale”: lo scrive La Repubblica, fra le cui righe si capisce che i prof non hanno bisogno di libri, né per istruirsi né per trovare diletto.
E infatti, il giornale aggiunge: “pochi libri, ancora meno corsi e visite nei musei”.
E allora? Meglio dare quei soldi in busta paga, senza obblighi di spesa, visto pure, come scrive sempre il giornale, che “non mancano episodi, narrati nelle chat e scoperti dalle troupe di Striscia la notizia, di acquisti non autorizzati, ma resi possibili dalla compiacenza dei negozianti, tra lavatrici ed elettrodomestici vari”.
Fra l’altro sembra pure che “quasi 125 milioni di euro sono rimasti inutilizzati, «un terzo: non è poco», contesta la Cisl scuola”.
In pratica al vero obiettivo del bonus, che era rivolto all’aggiornamento e all’auto aggiornamento, è andato solo il 6,6% (quasi 17 milioni), mentre il 15% è stato “utilizzato per libri e testi anche in formato digitale. Poco più di 1,3 milioni è stato speso per andare a teatro; tra i 151mila e i 342mila euro rispettivamente per musei, mostre e spettacoli dal vivo”.
Fa pure specie sapere che c’è ancora un buon 13% di docenti che non ha ancora usufruito di questa somma, né per comprare libri, né biglietti per i teatri o il cinema o cd musicali per sé e perfino per farne regali.
Se diamo uno sguardo veloce ad alcuni anni addietro, erano in tanti a sostenere questa possibilità, dato ora ai docenti, quando, perfino in mancanza di biblioteche scolastiche, si perorava un incentivo ai prof per comprare testi o andare a teatro o al cinema e perfino per possedere dei supporti alla didattica.
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