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Boom del latino nelle scuole primarie inglesi: sta per diventare la terza lingua più studiata superando il tedesco

La lingua latina sta letteralmente spopolando nel Regno Unito. A dirlo è La Repubblica, a partire da quanto afferma il Times: dopo aver scavalcato il cinese mandarino, ora il latino, nel paese, potrebbe superare anche il tedesco, che figura come la terza lingua più studiata, almeno secondo un nuovo report del British Council.

Il ritorno del latino nelle scuole primarie

Al momento il latino è la quarta lingua più insegnata nelle scuole primarie statali inglesi. Il latino è tra le lingue che accresce di più i suoi adepti nelle scuole primarie statali (+2,3% rispetto all’anno scorso), mentre il tedesco fa registrare un +0,4%. Complessivamente il latino viene scelto dal 2,3% dei giovani studenti britannici contro il 2,7% del tedesco e il 2% del mandarino cinese. In vetta, ci sono il francese (con il 72%, seppur leggermente in calo rispetto al 2022) e lo spagnolo (28% e +2,7% rispetto all’anno scorso). Pochissimi invece scelgono l’italiano – il British Council non fornisce una cifra perché “molto bassa” rispetto al campione di 600 scuole scelto.

Il ritorno del latino nelle scuole primarie inglesi può essere spiegato grazie a due fattori. Il primo: l’opera di associazioni come “Classics For All” che stanno promuovendo molto la lingua antica nelle scuole anche grazie a un fumetto, ossia “Le avventure di Minimum il topo”, che conquista sempre più piccoli. Il secondo è la spinta del governo Boris Johnson decisa circa due anni fa, voluta fortemente dall’ex primo ministro, grande amante della cultura classica.

Proprio allora venne offerto a migliaia di studenti delle scuole statali britanniche l’insegnamento del latino, per renderlo meno “élitaria” e non riservato solo a “pochi privilegiati” nelle scuole private. Per sostenere l’iniziativa, denominata “Latin Excellence Programme“, il ministero ha stanziato un fondo di 4 milioni di sterline. Nel 2021 il latino era insegnato in appena il 2,7 per cento delle scuole secondarie statali, rispetto al 49 per cento di quelle private.

L’Italia funziona grazie a chi è ignorante?

Si tratta sicuramente di una tendenza diversa rispetto quella invocata dall’imprenditore Flavio Briatore. Quest’ultimo, qualche giorno fa, all’interno del programma Carta Bianca ha detto che bisognerebbe concentrarsi sui lavori manuali, che stanno scomparendo, più che mandare i figli a scuola e all’università.

Ed ecco cosa ha detto sulla scuola: “Il vero problema dell’Italia è la burocrazia, che ammazza gli imprenditori. Ho incontrato dei falegnami in un’officina l’altro giorno, che non avendo delle aziende che possono sopravvivere da sole, ai figli fanno fare altro, li mandano a scuola e all’università. Tra 20 anni non ci saranno più falegnami o muratori. L’Italia funziona perché ci sono piccole e medie imprese dove chi ci lavora non sa neanche dov’è Roma, non sa neanche chi è il ministro del lavoro, non gliene frega niente. Se queste imprese funzionano, il figlio è invogliato a fare il lavoro del padre. Il lavoro manuale deve essere incentivato”.

“Vogliamo assumere, date una mano alle imprese. Sennò ad aiutarci quando rimaniamo fuori dalla porta di casa ci saranno notai e avvocati. Togliere la burocrazia, togliere le belle arti”, ha detto in modo provocatorio.

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  • Non sono d’accordo sul 6 in condotta con debito in ed. civica, perché significherà maggior carico di lavoro per i docenti;
  • Non sono d’accordo, chi controllerà l’effettivo impegno nei servizi sociali degli studenti?;
  • Non sono d’accordo con l’uso di misure punitive e repressive.
Redazione

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