Quella del 2019 non sarà solo l’estate record di nomine tempo determinato, ma si ricorderà anche come l’annata dei supplenti “improvvisati”. A lanciare l’allarme sono i sindacati, sempre più preoccupati per lo sfaldamento del Governo giallo-verde e del sempre più probabile addio al decreto scuola (anche se non scontato, almeno per il senatore leghista Mario Pittoni) incentrato proprio sui concorsi riservati ai precari e alle procedure di riattivazione dei Pas abilitanti: il decreto comunque, è bene ricordarlo, avrebbe avuto effetti pratici non prima dell’estate del 2020.
I numeri, per la Uil scuola, sono indicativi dell’emergenza: si prevedono tra i 150 mila e i 180 mila supplenti annuali da nominare, con l’aggravante che le graduatorie ad esaurimento e di merito (Grame comprese), sono sempre più spesso senza più candidati.
Così, i dirigenti scolastici dovranno fare ricorso massiccio alle cosiddette messe a disposizione, a docenti “improvvisati” che fanno domanda alle scuole pur avendo conseguito il solo titolo di accesso: a salire in cattedra, in pratica, saranno decine di migliaia di neo-laureati, senza esperienze pregresse.
Pino Turi, segretario Uil Scuola, ha ricordato che in queste condizioni, “con la procedura di infrazione che l’UE sta già adottando, sarà ancora più duro” evitare “multe e risarcimenti per i lavoratori”.
I numeri del precariato, secondo i sindacati, sono in ulteriore crescita pure per effetto di “Quota 100”, che ha aumentato il numero dei pensionamenti: saranno 17.807 per effetto del provvedimento a cui si aggiungono 15.371 pensionamenti ‘ordinari’.
“Se il prossimo anno Quota 100 verrà confermato, il trend continuerà a salire – dice Manuela Pascarella della Flc Cgil – anche perchè l’età media dei docenti italiani è alta”.
Il problema è che quest’anno i posti lasciati liberi dall’anticipo pensionistico previsto da M5S e Lega (38 anni di contributi e 62 anni almeno di età), non verranno coperti da personale di ruolo: le domande potevano arrivare all’Inps entro febbraio e i numeri non sono stati elaborati nei tempi utili.
Secondo quanto afferma all’Ansa il sindacato Anief, però il problema è anche quello che non si trovano più insegnanti per le immissioni in ruolo: più della metà stanno saltando, quando ancora mancano dieci giorni per concludere, con il conseguente aumento del balletto delle supplenze cui gli studenti assisteranno ad anno scolastico iniziato.
“Le convocazioni per le assunzioni a tempo indeterminato sono in pieno svolgimento, ma in alcune realtà territoriali il quadro – dice Anief – appare già chiaro e conferma quanto il giovane sindacato autonomo temeva. Sul sostegno la situazione è disperata, perché quasi tutte le circa 14 mila cattedre destinate al ruolo andranno in supplenza a precari non specializzati, nonostante le rassicurazioni del ministro Bussetti”.
“Ci sono delle regioni, soprattutto del Nord Italia, dove la situazione è già fortemente compromessa e si può senza ombra di dubbio dire da oggi che avanzeranno migliaia di posti, tutti destinati ad aumentare il carico di contratti a tempo determinato che non a caso quest’anno potrebbe arrivare a sfiorare quota 200 mila”, ha concluso il sindacato autonomo.
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