Categorie: Didattica

Boom di corsi di dialetto nelle scuole

Se la Sicilia era stata una delle Regioni italiane ad  annunciare l’avvio di corsi in dialetto, ma senza mai realizzarli, nel frattempo sono state tante le associazioni, ma anche i singoli appassionati, ad organizzare corsi di dialetto.

“A Genova – racconta all’Adnkronos Franco Bampi, presidente dell’associazione ‘A Compagna’ – organizziamo da 12 anni il corso gratuito di genovese ‘Leze e scrive in Zeneize’ in collaborazione con i municipi della città. Giovedì, alla prima lezione del 2016, c’erano ben 179 partecipanti, in percentuale elevatissima pensionati e anziani che a quell’ora sono liberi, ma anche una trentina di giovani tra i 25 e i 30 anni”.

Un interesse crescente legato anche alla paura e alla sensazione che si sta perdendo, giorno dopo giorno, un autentico “bene immateriale”. E per arrivare anche ai più piccoli, l’associazione promuove lezioni negli asili e nelle elementari. “Stiamo raccogliendo le adesioni dalle scuole, a marzo saremo pronti per iniziare”, spiega il presidente di ‘A Compagna’ che ha risposto a un bando regionale per l’insegnamento del genovese nelle scuole.

“Mandiamo dei ‘nonni’, persone capaci di parlare il genovese, che per quattro mattine al mese sono a disposizione della maestra. Le attività – afferma Bampi – vengono concordate con l’insegnante: si parla il genovese, si parla delle tradizioni genovesi, ad esempio si fa vedere come si prepara il pesto”. “Si tratta – continua – di un’attività rivolta a favorire l’incontro tra la generazione dei nonni, che sa parlare il genovese, e quella dei piccoli per far capire loro che il posto in cui vivono oggi, un tempo era estremamente diverso”.

A Napoli alla scuola media statale Viale delle Acacie, tra le attività di ampliamento curricolare, è stato lanciato il corso ”Napulitanamente’ per approfondire la lingua e la cultura napoletana. Ancora, a Roma si parla romanesco tra i banchi di una scuola media nella zona di Quarto Miglio, in collaborazione con l’Accademia romanesca.

“Facciamo tre corsi – spiega il presidente dell’Accademia, Maurizio Marcelli – uno interno ai soci dell’accademia con incontri settimanali con poeti ed aspiranti tali sulla tecnica poetica, un altro alla biblioteca Pasolini sulla poesia dialettale e uno sul dialetto, per un’ora a settimana, in due sezioni di una scuola media”.

 

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Con gli alunni si parla della nascita del dialetto, dell’etimologia della parola in romanesco, si analizza la documentazione poetica fino ad arrivare a vere e proprie composizioni in dialetto. “Il corso – racconta Marcelli – finirà con un mini concorso di poesia interna e con una premiazione. Per i ragazzi è una sorpresa scoprire la lingua che parlano, i vari modi di dire, il cambiamento di significato di certe parole”.

Per avvicinare sempre più gente alla lingua locale vengono anche organizzati spettacoli in dialetto. “E’ un modo – spiega il presidente dell’Accademia romanesca – per reclutare ‘adepti’: scriviamo testi e li portiamo in scena, a volte anche con la musica. E’ una strada per approcciare un pubblico più giovane”.

Pasquale Almirante

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