A Milano, a fronte di un boom di studenti, ci sarebbe carenza di personale. Un summit tra Usr e sindacati ha cercato di dipanare la matassa ma, secondo il direttore dell’Ufficio, si ha avuto solo “la presa d’atto di una situazione. Niente di nuovo sotto il sole: c’è una preoccupazione per l’avvio di quest’anno, ma stiamo lavorando e ci stiamo impegnando tanto per iniziare nel miglior modo possibile compatibilmente con le risorse che abbiamo”.
Il primo nodo è quello delle “conciliazioni” contro il trasferimento assegnato: 900 le richieste in Lombardia, oltre la metà a Milano.
“Il problema è che Milano rappresenta una realtà diversissima, con numeri maggiori rispetto anche ad alcune regioni”, speoga il direttore dell’Usr al Giorno.it.
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Preoccupati i sindacati. “È a rischio l’inizio dell’anno scolastico per l’organico. Non c’è un posto in più, anzi vi è una riduzione di 500 posti rispetto a un aumento di alunni. Quando mi si chiede come vedo questo avvio rispondo che non è ancora finita la scuola dell’anno scorso. Anche il concorso non terminerà in tempi utili. Per il personale Ata hanno dato 49 posti in più, 1/3 rispetto all’organico di fatto e sempre senza tenere conto dell’aumento degli studenti, oltre 5.000 in tutta Italia rispetto all’anno scorso, 3.500 in Lombardia, di cui circa il 50% è proprio a Milano”.
“La situazione è disarmante – tuona Cgil Scuola –. Non ci sono stati incrementi di posti per i docenti a livello regionale: ne avevamo chiesti 800 in più perché non erano sufficienti. Milano poi deve anche rientrare di 70 posti. Per il personale Ata la situazione è ancora più drammatica. L’incremento di fatto è una beffa per il funzionamento delle scuole: 49 in più laddove ne servono almeno 200. Così non ci siamo. La Buona Scuola crea situazioni di cambiamento e rotazione degli insegnanti, ritardi e nuove incombenze sugli uffici scolastici costretti a far tutto di corsa. Il ministro Giannini ha scelto la via più tortuosa e complicata, dovrà ammettere che quell’algoritmo è un fallimento”.
“Siamo di fronte a una situazione completamente nuova, non ha senso fare confronti col passato. Stiamo affrontando i vari problemi e il 12 settembre potremo dire dove siamo riusciti e cosa manca, cerchiamo di rispettare i tempi dettati dal ministero, poi sarà tempo di bilanci. È un sistema che si sta ancora sviluppando, dobbiamo aspettare e cercare di essere più vicini possibili alle persone”.
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