Anno dopo anno, sto notando che i ragazzi delle terze medie ed i loro genitori sono sempre più numerosi alle varie manifestazioni delle scuole.
Più di qualcuno, proprio per questa presenza massiccia, si sta chiedendo: perché tanto girare per tutte le scuole? Forse che le informazioni, già sovrabbondanti, finiscono non per orientare ma per disorientare, per cui, alla fine, preferiscono passare in rassegna, di persona, le varie proposte, alla ricerca di un filo rosso che li aiuti nella scelta?
Perché, è noto a tutti, a 13-14 anni questi ragazzi sono obbligati ad un passo che segnerà la loro vita. Sapendo che, magari, non tutti hanno idee chiare su attitudini, talenti, passioni, opportunità.
Per cui non basta avere tante informazioni, ma ciò che conta è mediarle, gestirle, pensarle, in vista, appunto, della scelta finale. I tempi di questa scelta già li conosciamo: dal 16 gennaio al 6 febbraio.
Che la scelta finale, anzitutto, deve uscire dal cuore e dalla sensibilità di ogni singolo ragazzo, non indotta dai genitori, né dai docenti. Ogni ragazzo, giustamente, deve sentire tutti, ma poi è lui che è tenuto alla scelta. Perché alla base di tutto conta la motivazione, la convinzione che si fa responsabilizzazione.
I primi che possono dare una mano sono poi i genitori, perché sono coloro che conoscono, o dovrebbero conoscere, meglio di tutti i loro figli: sanno le loro passioni, priorità, sensibilità, talenti. Una sola raccomandazione ai genitori: che non confondano il consiglio ai figli con le proprie aspettative. La scelta è dei figli, non dei genitori.
Poi abbiamo i docenti delle scuole medie, che li hanno seguiti da vicino, imparando a scoprire in loro quel qualcosa che va oltre anche il parere dei genitori. Tanto da essere chiamati a scrivere sulla scheda le loro attitudini, la preparazione di base, le inclinazioni. Le indicazioni delle scuole medie vanno tenute in conto, a tal punto che alcune scuole, come il mio liceo, le considera prioritarie nella accettazione delle domande, visto il boom di iscrizioni.
Lo ripeto, genitori e docenti è fondamentale che dicano la loro, ma poi la scelta spetta ad ogni ragazzo. Di solito propongo a loro di guardarsi allo specchio, in modo da aiutarsi a capire ciò che sentono dentro, l’energia, le motivazioni, i talenti.
Poi, è altrettanto fondamentale che prendano in considerazioni tutte le scuole, senza pensare a classifiche o altro. Considerando il liceo la scuola di serie A e le altre di serie inferiore. Queste classifiche, come quelle di Eduscopio, sono solo specchietti per le allodole, come sono specchietti gli open day e le vetrine.
Che cosa poi distingue le diverse scuole, al di là delle materie e degli indirizzi? Qui entra in gioco lo stile educativo, la consapevolezza o meno che formare non è selezionare, ma accompagnare la formazione umana, prima che culturale e scolastica, di ogni ragazzo.
Per capire lo stile educativo delle scuole, meglio parlare con i ragazzi che già frequentano, per capire cosa fanno, su cosa si insiste, come viene strutturata la vita di classe, il valore e le difficoltà delle diverse discipline, le proposte di arricchimento, le forme di auto-aiuto.
Il tutto per favorire la conoscenza di sé e della propria preparazione di base, come delle prospettive future, dopo i cinque anni.
E se la scelta fosse, ad un certo punto, riconosciuta come sbagliata? Niente paura. Al primo anno, fino a Natale, si può cambiare scuola, o indirizzo, senza alcun problema. L’unico limite è la disponibilità dei posti.
Meglio cambiare subito, dunque, piuttosto di continuare per una strada sbagliata. L’unica cosa che conta è trovare il proprio sentiero di studio e di vita, sorretti da un pensiero positivo. Per questo motivo, la scelta di scuola superiore non è solo la scelta di un indirizzo di studio, ma scelta di formazione delle persone.
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