Secondo alcune ipotesi ventilate al ministro dell’università ci sarebbero 40 milioni riservati a circa 8mila studenti, che però è condizionata al reddito e al merito.
In particolare, in base alle elaborazioni dell’osservatorio regionale per il diritto allo studio Ires Piemonte su dati Miur, fa sapere Il Sole 24 Ore, gli studenti che hanno ottenuto l’assegno nell’anno accademico 2018-2019, sono stati il 97,4% degli aventi diritto, con copertura totale in tutte le regioni tranne Veneto (99%), Lombardia (98%), Calabria (93%) e la Sicilia (78%).
La percentuale dei borsisti sugli iscritti si è attestato al 12,5%, un punto in più rispetto all’annualità precedente, ma sempre meno rispetto a molti Paesi europei, con Germania, Spagna e Francia – ad esempio – che oscillano tra il 20 e il 40% di copertura.
Dice infatti il ministro: «Le borse di studio quest’anno sono aumentate e la quota sarà di 10.000 in più. Abbiamo messo in bilancio 40 milioni in più, che credo dovrebbe coprire tutto il fabbisogno. Io credo che la situazione della Lombardia, il diritto allo studio è una competenza a metà tra lo Stato e le Regioni».
“Il Governo – ha aggiunto- ha messo 300 milioni di euro per il diritto allo studio nel decreto rilancio, quindi mi auguro che anche le Regioni facciano la loro parte, così che insieme si possa dare una risposta a tutte le richieste che arrivano dagli studenti».
«Io sto lavorando nell’interesse del Paese e degli studenti, io ho dedicato la mia vita all’Università, sto cerando di dare il massimo con il sostegno del Governo e del Presidente del Consiglio. Se riusciremo a far crescere l’Università, avere più ricercatori, dare più opportunità ai giovani per studiare, il mio impegno sarà stato giusto, se non ci riuscirò probabilmente la scelta che ho fatto sarà stata sbagliata».
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