Home Archivio storico 1998-2013 Riforme Bossi insiste sul dialetto a scuola: si insegnerà tramite le canzoni popolari

Bossi insiste sul dialetto a scuola: si insegnerà tramite le canzoni popolari

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Ormai ci siamo abituati: i giorni di Ferragosto, in quel di Ponte di Legno, in provincia di Brescia, per la Lega rappresentano il momento massimo della presentazione dei programmi della stagione politica che verrà. E, forse anche perché cade a ridosso del nuovo anno scolastico, uno degli argomenti fissi è l’istruzione. Stavolta, dopo aver puntato i piedi contro i presidi del Sud pronti a ricoprire posti vacanti sopra il Po e richiesto di inserire una verifica delle competenze su argomenti regionali tra i test selettivi che regolano la selezione dei futuri docenti, si torna a parlare della necessità di introdurre l’insegnamento del dialetto.
Un argomento apparentemente secondario, soprattutto alla luce dei tanti problemi che affliggono la scuola in questo momento. Ma non per la Lega, poiché a farsi portabandiera della proposta è il leader Umberto Bossi. 
Poche parole, dovendo dividersi su diverse tematiche, come le gabbie salariali, i lavoratori dell’Innse e la ricandidatura di Formigoni, ma sicuramente eloquenti: “Il dialetto – ha detto ai cronisti il capo carismatico della Lega – dovrebbe diventare obbligatorio”. Già qualche giorno fa il suo partito aveva fatto sapere di lavorare ad un ddl in questa direzione. Ora Bossi lo conferma: su questo progetto “sono intenzionato a preparare una legge. Se vuole – ha poi sottolineato il segretario – in questi giorni il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini può venire qui a Ponte di Legno a parlarmi”. 
La novità rispetto alle dichiarazioni di qualche giorno fa è che la Lega avrebbe già individuato i docenti a cui affidare il delicato e improbo compito (visto che non esiste un solo dialetto, ma in certe regioni ve ne sono una miriade e tutti degni di essere approfonditi). Il primo rappresentante della Lega ha comunque le idee chiare: “il dialetto – annuncia Bossi con convinzione – dovrebbe essere insegnato attraverso la musica e le canzoni popolari”. Poi spiega anche che la paternità dell’accostamento musica-lingua locale non è sua, ma comunque sempre di una persona molto vicina a lui. “Me lo ha spiegato mia moglie, che insegna e di queste cose se ne intende”.
Complice il periodo vacanziero, con la grande maggioranza dei politici e sindacalisti in ferie, le dichiarazioni del senatur non hanno sortito particolari reazioni. Le poche che si sono avute sono comunque a tema unico: contrarie. Ad iniziare dalla maggioranza. Per il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, “certe proposte sono frutto del sole d’agosto”, mentre per capogruppo del Pdl, Maurizio Gasparri, “la scuola deve insegnare, e bene, la lingua”. Dall’opposizione c’è anche un po’ di preoccupazione. Dopo le nuove dichiarazioni di Bossi sul dialetto a scuola – dice il senatore del Pd Roberto Di Giovan Paolo, segretario della Commissione Affari Europei – ci chiediamo se ad essere arrivato al capolinea non sia il governo o la stessa Lega. E’ oramai da giorni che la il Carroccio conduce un’offensiva sospetta. Immigrazione, Rai, dialetto sono solo una scusa. Il Carroccio si sta riposizionando in vista di settembre, per tenere ancor meglio sotto scacco il Governo“. Dello stesso parere Gianni Pittella, coordinatore della mozione Bersani: “chi pensava nella maggioranza e nell`opposizione – ha detto Pittella – che le uscite della Lega sulle gabbie salariali, sul ritorno dei dialetti a scuola e sulle bandiere regionali fossero delle battute propagandistiche, buone solo per guadagnarsi qualche titolo sui giornali di ferragosto, oggi dovrà ricredersi: Umberto Bossi conferma che saranno precise rivendicazioni al centro dell’azione del Carroccio in autunno”. 
A tal proposito, visto il clima che si sta creando attorno al programma leghista, è probabile che certe proposte come quella sui dialetti a scuola, tra l’altro non si capisce con quali fondi finanziabili, soprattutto con l’aria che tira al ministero dell’Economia, facciano la fine proprio delle foglie d’autunno.