Il mercato dei titoli di studio e delle abilitazioni professionali sta minando la credibilità del sistema universitario italiano: a lanciare l’allarme è la Flc-Cgil che, con un comunicato di queste ore, denuncia il fatto che alcune università telematiche e associazioni formative sarebbero coinvolte in un vero e proprio commercio di crediti formativi e titoli di studio, venduti senza il superamento di esami o percorsi di qualità.
Secondo quanto riportato dalla FLC CGIL, in numerosi casi emergono modalità di acquisizione di abilitazioni e specializzazioni che aggirano i requisiti formativi minimi: “Vengono garantite certificazioni linguistiche o acquisizione all’estero di abilitazioni/specializzazioni alla modica cifra di 7.500 euro, bypassando selezioni in ingresso, tirocini, esami finali e — ‘non occorre nemmeno compilare le crocette di un questionario online’ — assicura l’operatore di una di queste università interpellata da un aspirante docente”.
Una delle pratiche più preoccupanti segnalate riguarda la pubblicità ingannevole di alcune università telematiche che promuovono percorsi abilitanti rapidi e di dubbia qualità, come i corsi da 30 CFU per l’insegnamento nella scuola secondaria completabili in soli 17 giorni. La FLC CGIL denuncia: “Ad oggi, di questa segnalazione ai ministri Valditara e Bernini, non abbiamo avuto ancora alcun riscontro”.
Il sindacato evidenzia come questa degenerazione colpisca duramente la credibilità della formazione terziaria italiana, danneggiando le università e gli enti che garantiscono percorsi formativi seri e qualificanti. Per contrastare il fenomeno, la FLC CGIL ritiene urgente rinnovare il Contratto nazionale, adeguare i finanziamenti alle università e investire sul diritto allo studio. “Solo così – conclude il sindacato – si potrà ristabilire la serietà del sistema educativo e formativo italiano”.
In risposta alle accuse della FLC CGIL, il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha replicato con una nota, respingendo ogni responsabilità. Il ministro Giuseppe Valditara ha dichiarato: “La vigilanza delle università statali, private e telematiche non è di competenza del Mim, ma del Ministero dell’Università. Nonostante ciò, il 17 luglio abbiamo trasmesso la segnalazione della CGIL al ministero competente”.
Valditara ha definito “strumentale” la polemica della CGIL, sottolineando che il sindacato, se in possesso di notizie di reato, dovrebbe denunciare i fatti alla Procura della Repubblica. Il Ministero dell’Istruzione ha quindi esortato la CGIL a non attribuire responsabilità che esulano dalla propria competenza, invitando a un confronto costruttivo e a un’azione più mirata nel denunciare i casi specifici.
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