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Botte perché non legge il Corano. Giovane dello Sri Lanka si suicida per l’amore osteggiato

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Due fatti assai brutti, che coinvolgono ragazzi immigrati, hanno interessato la cronaca di queste ore.

Uno riguarda una minorenne, picchiata dal padre perché si rifiutava di portare il velo, leggere il Corano e imparare la lingua araba. Ed è partita l’accusa con cui è stato arrestato un cittadino kosovaro di 38 anni, residente nella provincia di Siena.

I poliziotti hanno dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa a suo carico dal gip presso il Tribunale di Siena, per il reato di maltrattamenti a danno di minori conviventi.

La ragazza nei giorni scorsi è stata ricoverata presso il pronto soccorso dell’ospedale Le Scotte di Siena, per la presenza di evidenti segni di violenza sul corpo che ne rendevano difficile la deambulazione. I segni della violenza sono stati infatti notati da alcune compagne di scuola e dalle professoresse che hanno chiamato i soccorsi.

I medici hanno subito segnalato l’accaduto alla polizia e immediatamente sono scattate le indagini, coordinate dalla locale Procura della Repubblica.

Gli investigatori della squadra mobile, con il coordinamento della Procura, hanno ricostruito l’accaduto, raccogliendo gravi indizi di reato a carico del padre della ragazza, circostanze pienamente condivise dal giudice per le indagini preliminari che ha applicato la custodia in carcere.

 

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In particolare, dagli accertamenti svolti dalla polizia è emerso che la minore è vissuta in un contesto familiare isolato ed estraneo alle normali condizioni di socialità, non poteva intrattenere alcun rapporto con i coetanei e doveva seguire le rigide imposizioni del padre, che ha aderito ai precetti più radicali della religione islamica.

Al suo rifiuto di sottostare a quanto disposto dal padre che le imponeva tra l’altro il velo, la lettura del Corano e l’apprendimento della lingua araba, l’uomo avrebbe picchiata ripetutamente.

Il kosovaro ora si trova nel carcere di Siena mentre la figlia minorenne è stata collocata in una struttura protetta

L’altro riguarda un giovane di 16 anni dello Sri Lanka che, dopo avere ingerito del liquido corrosivo, soda caustica, è morto in ospedale a Bassano del Grappa (Vicenza) dopo alcune ore di agonia.

Si tratterebbe di suicidio: pare che il giovane avesse una relazione con una ragazza italiana, sua coetanea, osteggiata dalla famiglia di lui. I genitori avrebbero vietato al figlio di vedere e frequentare la ragazza adducendo il fatto che lo stesso era minorenne e che fino ai 18 anni non si poteva impegnare sentimentalmente.

Ma, soprattutto, perché la sua religione non tollerava dei rapporti con giovani di altre culture. A soccorrere il figlio sono stati gli stessi genitori; al suo arrivo in ospedale le condizioni del ragazzo erano già gravissime per le lesioni interne riportate e la morte è sopraggiunta dopo un paio d’ore. Sulla vicenda indagano i carabinieri della compagnia di Bassano del Grappa.