La giornalista e scrittrice Benedetta Cosmi è autrice di un bel corsivo sul Corriere della Sera del 3 marzo. In esso ribadisce, già ne aveva parlato tempo prima sul sito del quotidiano di Via Solferino, la necessità di una maggiore flessibilità e personalizzazione nei nostri percorsi di studio alle superiori, dove gli studenti hanno limitate scelte di indirizzo. La tendenza a raggruppare le scuole per contenere i costi, unita alla rigidità del sistema scolastico italiano, ha portato alla creazione di compartimenti stagni che non tengono conto delle diverse esigenze degli studenti i quali, come scrive giustamente la Cosmi, personalizzando il proprio percorso di studio, potrebbero sviluppare e utilizzare al meglio le loro abilità e interessi.
Ce lo insegna l’esperienza di paesi come la Danimarca e il Canada, dove invece si incoraggia la flessibilità dei percorsi di studio, superando gli steccati tra le diverse materie. Questo approccio sembra avere dei vantaggi in termini di sviluppo ed espressione del potenziale degli studenti, e potrebbe essere una soluzione per contenere la dispersione scolastica, un problema particolarmente grave nel nostro Paese. All’ interno di questa flessibilità non si può non concordare sul fatto che potrebbe essere un valore aggiunto imparare materie come il greco antico o a mo’ d’esempio la falegnameria. L’ importante è che gli studenti possano scegliere liberamente e combinare le materie opzionali in base ai loro interessi e alle loro aspirazioni future.
Maurizio Braggion |
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