“Abbiamo verificato con i colleghi della Commissione europea la reale situazione del Regno Unito all’interno del Programma Erasmus+ e possiamo quindi rassicurare tutti i beneficiari sul fatto che fino alla fine del 2020 la situazione rimarrà invariata, con la prosecuzione di tutte le attività previste in tutte le azioni chiave del Programma, incluse quindi anche le piattaforme eTwinning e Epale”.
Così si legge in un articolo, a firma Elena Maddalena, pubblicato sul sito di Erasmus plus.
Il chiarimento si è reso necessario per via della preoccupazione crescente nell’opinione pubblica sulle opportunità del Programma Erasmus+ oltremanica.Anche perché il Regno Unito è il quanto Paese di destinazione degli studenti italiani, dopo Spagna, Francia e Germania, mentre nella classifica dei Paesi di provenienza, è al settimo posto, dopo Spagna, Francia, Germania, Polonia, Portogallo, Turchia.
“Con la nuova programmazione europea – si legge nell’articolo -, a partire dal 2021, il governo inglese negozierà la partecipazione al Programma Erasmus+ con le istituzioni dell’Unione Europea. Al momento il quadro è ancora in fase di definizione. Uscire dall’Unione Europea, comunque, non vuol dire andare fuori automaticamente dall’Area europea dell’Istruzione e della Formazione. Il Programma Erasmus, infatti, prevede già diverse forme di partecipazione per gli stati che non fanno parte dell’UE, basti pensare alla Turchia, alla Serbia, alla Repubblica di Macedonia o ai Paesi dello Spazio economico comune (Norvegia, Islanda e Lichtenstein), che aderiscono in modo completo al Programma. Per alcune misure, ad esempio nel settore dell’Università, ci sono poi molte opportunità di cooperazione e mobilità anche verso stati di altri continenti”.
A questo devono aggiungersi le dichiarazioni su Twitter del ministro britannico per l’Università, la Scienza e la Ricerca, Chris Skidmore, che confermano la volotà del Regno Unito di restare aperto alla partecipazione ai programmi futuri e che ciò farà parte dei futuri negoziati.
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