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Briatore: “L’importante non è conoscere ma le conoscenze. Mio figlio dovrà fare il cameriere. Gli do 500 euro di paghetta”

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L’imprenditore Flavio Briatore ha rilasciato alcune dichiarazioni che, come accade spesso, stanno facendo discutere in merito a vari temi. Il 74enne ha discusso a La Repubblica sull’educazione del figlio, di quattordici anni, e sulla sua visione del lavoro e della vita.

“L’importante nella vita non è la conoscenza ma sono le conoscenze. Connecting people. Per questo non è importante che mio figlio vada all’università“, ha esordito, ribadendo un concetto che ha ripetuto varie volte.

Briatore insiste: “Non si può vivere di 4mila euro al mese”

Qualche mese fa l’imprenditore aveva destato scalpore per aver detto che non si può vivere con 4mila euro al mese. Briatore non è tornato indietro sui suoi passi: “Non si vive con 4mila euro. L’affitto? Il vitto? Le spese di casa? Le vacanze? La scuola dei figli? E vestirsi? Come cazzo fanno con 4mila euro? Io spendo di più. Per il collegio di mio figlio almeno 120mila euro. A lui do una paghetta di 500 euro al mese”.

Briatore ha poi parlato del futuro di suo figlio: “Non so se lo licenzierei. Ma se verrà a lavorare con me per prima cosa dovrà fare il cameriere. Poi se dimostra di essere bravo…”.

“Leggere? Non leggo niente”

Ecco poi alcune parole sui politici di oggi: “Oggi i politici non fanno niente per la gente. E sono scarsi. Se non lo fossero, non lavorerebbero per 100mila euro l’anno. I miei managerini guadagnano tutti più di un politico. La bellezza di fare l’imprenditore è proprio il fare. I politici non fanno. Parlano. Leggere? Io non leggo niente”.

“Per avere successo è importante dove nasci, per essere felici no. Non ho mai visto mio figlio ridere come ridono i bambini africani. In Kenya i ragazzi sono felici. Molto più degli italiani”, ha concluso.

Orientamento, i genitori quanto sono coinvolti?

Qualche tempo fa Briatore aveva detto di non voler far iscrivere, nel caso in cui lo desiderasse, suo figlio all’università. “Mio figlio non andrà all’università, lo porterò a fare il mio lavoro. Non ho bisogno di un avvocato. Se mio figlio non lo vuole fare va fuori casa”, queste le sue parole.

Probabilmente Briatore adesso ha ridimensionato il suo pensiero, decidendo di lasciare libero il figlio di intraprendere qualsiasi cosa voglia. Da questo esempio è possibile fare un riflessione sull’influenza dei genitori nel futuro dei ragazzi: quanto conta il mestiere svolto dai genitori?

Si parla moltissimo di orientamento, tema su cui i genitori sono molto più coinvolti, forse, di quanto dovrebbero. C’è chi crede che vadano lasciati liberi di esplorare le varie alternative, ma c’è anche chi crede che si dovrebbe comunque, per il loro bene, tracciare un buon sentiero per loro. Sono molti, in ogni caso, i casi di studenti costretti dalle famiglie a studiare in determinate scuole o facoltà: quanto può essere tossico tutto ciò?