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Brunetta: la reperibilità da 4 a 7 ore entro fine mese

Ancora pochi giorni e l’annunciato passaggio della reperibilità dei dipendenti in malattia della Pubblica amministrazione, quindi anche della Scuola, passerà dalle attuali 4 a 7 ore. Tutti i dipendenti della Pa, tranne i militari ed i vigili del fuoco, dovranno rimanere nel domicilio dichiarato alla propria amministrazione dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 18. Del resto la decisione era nell’aria e se ne attendeva solo l’ufficialità.
L’annuncio è stato fatto direttamente dal ministro della Funzione Pubblica, Renato Brunetta, dopo aver avuto conferma dalle rilevazioni del mese di novembre del sensibile aumento (oltre il 40%, solo per metà giustificato con il picco dell’influenza A) di giornate non lavorate per motivi di salute rispetto allo stesso mese dello scorso anno quando i dipendenti erano “inchiodati” a casa per tutto il giorno con una sola ora di pausa all’ora di pranzo.
In pratica a partire da agosto 2009, mese in cui la reperibilità è tornata alle tradizionali 4 ore, il fenomeno dell’assenteismo per malattia ha registrato un trend crescente; che secondo Brunetta è stato principalmente determinato da una ripresa dei “comportamenti opportunistici” dovuta anche al taglio delle fasce di reperibilità da 11 a 4 ore.
Il Ministro ha così reso noto di aver “firmato la versione definitiva del decreto che stabilizza le fasce di reperibilità a sette ore. Sarà operativo a fine mese. Conto – ha sottolineato – che già da gennaio le assenze per malattia possano cominciare a ridursi“.
Poi la conferma, per chi ne avesse bisogno, che stavolta il responsabile della Funzione Pubblica non tornerà sui suoi passi. Ancora prima di entrare a regime le 7 ore di reperibilità sembrano  destinate a durare a lungo. Anche oltre, Governo permettendo, ai circa dodici mesi che hanno resistito le 11 ore (peraltro contestate, a livello verbale e legale, da più di un sindacato). “La battaglia continua – ha concluso Brunetta – non è accanimento: mi fermerò solo quando ci saranno dati simili tra i settori pubblico e privato e, dunque, quando i comportamenti opportunistici diminuiranno“. Dati che al momento, come noto, continuano invece a far registrare un gap a due cifre.
Alessandro Giuliani

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