Sbloccare i concorsi già banditi e “cambiare subito il sistema di accesso e di reclutamento, nei prossimi due-tre mesi. Deve cambiare rapidamente altrimenti il sistema non solo è bloccato, è morto. Abbiamo tutte le occasioni per cambiare”. L’annuncio è di quelli che contano: a farlo è stato, il 9 marzo, il ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, durante l’audizione alle commissioni Lavoro e Affari costituzionali di Camera e Senato, sulle linee programmatiche, riferendosi anche all’occasione e alle risorse del Recovery e ai processi di digitalizzazione.
Brunetta ha detto che intende accelerare su due fronti. Il primo è quello della definizione delle “linee guida per sbloccare i concorsi già banditi”.
“Ho sentito ieri l’Anci e – riporta Adnkronos – abbiamo trovato concordanza su concorsi più snelli e veloci. C’è un’emergenza di concorsi già banditi che non possono essere celebrati in ragione dei vincoli” anti-covid “del Comitato tecnico scientifico.
Secondo il ministro “l’idea è di individuare luoghi pubblici istituzionali università, sedi fieristiche e aree dotate di piattaforme tecnologiche, dove ospitare un numero più ampio di candidati per concorsi senza carta e penna e dove garantire sicurezza e una dimensione più ampia”.
“Stiamo facendo verifiche con i sindaci e i concorsi potrebbero partire nell’arco di qualche settimana”, ha sottolineato.
Poi Brunetta, scrive l’Ansa, ha accennato l’intenzione di cambiare le modalità di reclutamento. “Stiamo lavorando ad un decreto di accompagnamento al Pnrr, che attua”, le diverse indicazioni, dai concorsi nella Pa alla digitalizzazione.
Oltre alla Pa, ha detto ancora, “la giustizia, le infrastrutture, la scuola… faranno i loro e ci sarà un decretone per il futuro del Paese”, ha aggiunto Brunetta.
Le linee programmatiche, ha inoltre affermato, sono “solo una premessa di una strategia più ampia. Abbiamo scritto il Pnrr partendo da quello del governo precedente, abbiamo lavorato su quello”.
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