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Brutti voti? Per gli esperti non bisogna fare drammi

Con l’inizio dell’anno scolastico arrivano i consigli degli esperti per evitare che gli alunni entrino in crisi: l’ultimo decalogo arriva da un pool di psicologi e pediatri dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma che hanno sviluppato una serie di regole da indicare ai genitori per favorire il successo formativo. Tra i consigli, pubblicati sul portale pediatrico all’interno dello “speciale scuola”, i medici consigliano i genitori di non stimolare mai “i sensi di colpa del bambino di fronte a piccoli insuccessi o a risultati non brillanti”. Allo stesso tempo però dicono anche di non sminuire “il lavoro e l’immagine dei docenti, riservandosi tutt’al più, se non si è in accordo con i metodi di insegnamento, di confrontarsi direttamente con il corpo docente”.
Particolari accorgimenti vengono dati per l’inserimento per la prima volta nei banchi delle elementari di circa 550.000 alunni: “un piccolo esercito di alunni – spiegano dal Bambino Gesù – accompagnati da timori, speranze, curiosità e altrettante apprensioni da parte dei genitori. Proprio a favore di questi ultimi, in occasione dell’inizio” servirebbe “un approccio consapevole e condiviso nell’ambito familiare” teso a “sviluppare quella curiosità e quell’interesse verso l’apprendimento che diventeranno una carta vincente tra i banchi, ma anche fuori”.
Molti i consigli pratici degli esperti in psicologia dell’età pediatrica: favorire, con parole e comportamenti, la naturale curiosità dei bambini, ponendosi come esempio e manifestando interesse , curiosità e scoprendo insieme le cose nuove (sui libri, internet, videocasssette); includendo nel tempo libero e nelle vacanze anche visite guidate a musei, acquari e mostre; partecipare a diversi momenti di possibile apprendimento trovando spazi per la lettura insieme, individuando insieme i programmi tv educativi da condividere inizialmente nella visione. Tra le indicazioni c’è anche quella di dare importanza ai momenti silenzio del bambino (utile per saper organizzare giochi e attività autonome che richiedono attenzione e concentrazione); insegnare a curare il materiale scolastico e l’angolo studio; stabilire sempre lo stesso orario per lo studio preceduto da un momento di riposo ed attività tranquille e seguito da giochi ed impegni più intensi; parlare di quello che si è fatto a scuola condividendolo nei momenti in cui tutta la famiglia è riunita. Determinante, sempre per gli esperti dell’ospedale romano specializzato nella cura dei bambini, è poi saper “ponderare serenamente l’esito dell’attività scolastica: riconoscendo i suoi successi, non sopravvalutando i risultati, ma apprezzare quello che di nuovo si è appreso e valorizzare il bambino per la sua “crescita intellettiva; non sottovalutando i risultati negativi, insieme capirne il perché e trovare per tempo la causa e le possibilità di soluzione anche con l’aiuto dell’insegnante e dello psicologo”. Un consiglio finale ai genitori è poi quello di collaborare il più possibile con i docenti “ad attività integrative apportando eventuali contributi personali e professionali per far comprendere al bambino che la scuola è parte della società a cui tutti apparteniamo”.
Alessandro Giuliani

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