Ancora casi di bullismo tra i banchi delle scuole italiane, casi alquanto grave tanto da spingere un alunno a tentare il suicidio. Tutto è avvenuto, secondo quanto riporta Il Corriere del Veneto, lo scorso 24 gennaio nel convitto di un istituto scolastico di Venezia.
Ma cosa è successo esattamente? Lo studente vittima di bullismo, un 14enne che frequenta il primo anno delle superiori, ha ingerito, nei locali del convitto in cui risiede, ben trenta pastiglie di tachipirina in una volta sola, tentando di farla finita o forse solo di farsi male. Alla base del suo disagio ci sarebbero le continue vessazioni dei suoi compagni di stanza.
Una volta che il ragazzo ha chiamato gli educatori dicendo di stare male, questi hanno prontamente allertato i soccorsi, che hanno trasportato il giovane, arrivato in stato di semicoscienza, all’ospedale Angelo di Mestre. Qui, per fortuna, si riprende.
Durante il ricovero, affiancato da uno psicologo, riesce a raccontare i motivi alla base del gesto disperato. A quanto pare il 14enne sarebbe stato isolato e preso in giro da tutti fin dall’inizio dell’anno scolastico. La scuola ha preso così dei provvedimenti, cambiando la stanza al ragazzo.
Quest’ultimo sarebbe intenzionato a non cambiare istituto in quanto ha un buon rendimento che non vuole mettere a repentaglio. A quanto pare la classe dello studente è un ambiente difficile: ancora prima del gesto autolesionista del quattordicenne, quattro ragazzi erano stati sospesi per 10 giorni, uno di questi addirittura per 12 giorni. Motivo? In classe disturbano sempre con comportamenti inadeguati.
Addirittura, qualche giorno fa un docente è stato chiuso in un’aula della scuola da alcuni studenti, riuscendo ad uscire con non poche difficoltà. Sono così partite note collettive, i genitori vengono tenuti costantemente aggiornati su quello che accade in classe, ma l’atteggiamento degli studenti non sembra cambiare.
Il dirigente scolastico è intenzionato a contrastare questo fenomeno preoccupante: “Abbiamo indetto un consiglio di classe straordinario per capire quello che è accaduto, abbiamo mandato anche esperti esterni – ha spiegato – anche se credo che il disagio del ragazzo che ha preso le pastiglie arrivi da lontano, ben prima di iniziare la nostra scuola. Tuttavia abbiamo molte difficoltà con i ragazzi che frequentano la prima classe: non sanno che a scuola si sta seduti e calmi, sembra che nessuno gli abbia insegnato come ci si comporta. Alcuni di loro hanno avuto sanzioni significative, abbiamo attivato anche i nostri psicologi”, ha raccontato, spiegando che, probabilmente a causa del Covid, molti alunni non sono per niente scolarizzati.
Nel frattempo nei giorni scorsi è stato indetto un consiglio di classe per parlare del gesto estremo del ragazzo, che per fortuna è fuori pericolo.
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